Nuovo Iperlando sotto accusa: «Caos, gincane, il quartiere è assediato»

Martedì 28 Dicembre 2021 di Elisio Trevisan
Iperlando Mestre, il giorno dell'apertura
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MESTRE - Tutti assieme appassionatamente assembrati. Altro che mascherine Ffp2, domenica nel nuovo Lando del Terraglio Uno la gente guardava invidiosa le sardine in scatola. Come racconta chi ci è stato e ha postato le reazioni sul nostro sito web, «c'era un bordello di gente, carrelli stipati e allineati fino in strada dove le macchine facevano le gincane per poter passare e poter trovare un posto, e poi si provava ad entrare». A quel punto l'altra sorpresa: «Igienizzante per i carrelli e le mani non esiste proprio! e non c'è neanche un'uscita alla fine della spesa. Tutti entrano ed escono dalla stessa porta. L'ho chiesto anche alla Civis e mi hanno detto che qui è così».
Gran successo, dunque, per il nuovo IperLando di via Caravaggio a ridosso della tangenziale e della rotatoria della Castellana. È il quindicesimo Iper della famiglia Lando, inaugurato lo scorso 8 dicembre, e aperto anche la domenica di Santo Stefano a differenza di numerosi concorrenti della città.

D'altro canto l'Iper è costato un occhio tra edificio e viabilità imposta da Comune e Cav (Concessioni autostradali venete) per evitare la paralisi della rotatoria Castellana, e quindi della tangenziale, e della viabilità che collega Zelarino e Mestre, oltre che l'ospedale dell'Angelo col resto della città: solo della nuova viabilità, che ha raddoppiato le rampe di entrata e uscita dalla rotatoria oltre che creato una doppia entrata da via Caravaggio e da via Bella, Lando ha speso circa 4 milioni di euro.

TRAFFICO
Dal punto di vista del traffico, dunque, tutto quello che poteva essere fatto per evitare problemi è stato fatto, compresa la costruzione di un sovrappasso pedonale su via Caravaggio (con tanto di ascensori) e di un attraversamento a raso per biciclette e carrozzine, e il Comune nel prossimo futuro ha in animo di renderlo sopraelevato con rampe di discesa e salita molto lunghe e quindi con pendenza molto dolce in modo da evitare semafori. È stato fatto tutto tranne che evitare di costruire un altro ipermercato in una zona già piena di centri commerciali e in un nodo viabilistico delicatissimo e molto trafficato. Vietarne la costruzione, però, era impossibile perché Lando aveva già da anni tutti i permessi e sarebbe costato una follia alla pubblica amministrazione impedirgli di avviare i cantieri, così sono partiti lo scorso gennaio e in meno di un anno tutto è stato completato con una superficie di seimila metri quadrati più altri 1500 metri di vendita al dettaglio (tutti dedicati, come negli altri Lando, principalmente al settore alimentare) a disposizione della clientela. «D'accordo, ormai era impossibile vietare la nascita di un nuovo colosso ma non è il caso di atteggiarsi a salvatore del territorio di Mestre, come invece ha fatto il signor Lando il giorno dell'inaugurazione - affermano i portavoce dei comitati di cittadini della zona -. Trent'anni fa si andava a vendemmiare l'uva in quei campi che, prima dell'arrivo di Lando, erano diventati prati e quasi-boschi. Che bisogno avevamo dell'ennesimo centro commerciale in zona, del traffico che induce, delle piste ciclabili tagliate e sostituite con un improbabile cavalcavia, dell'ennesima cementificazione/impermeabilizzazione di un'area che poteva servire da polmone per Mestre? E che bisogno avevamo del nuovo verde realizzato da Lando che, ci sembra di capire, è stato conteggiato sommando anche i parcheggi che di erba ne hanno gran poca?».


TERRITORIO SPACCATO IN DUE

I comitati del Terraglio e dell'area verso Zelarino, oltre alla cementificazione del suolo, lamentano l'aumento dell'effetto cesura del territorio («non è certo la passerella che salva i residenti») mentre non c'è nemmeno una compensazione occupazionale dato che, per circa 120 assunti da Lando, ce ne sono molti altri licenziati dai centri commerciali concorrenti, senza contare l'incremento dell'effetto ammazza negozi del centro città. «Il traffico in tangenziale, inoltre, aumenta e in particolare allo svincolo Castellana in barba alle nostre richieste: da anni stiamo proponendo invano al Comune e a Cav la realizzazione della tangenziale verde. E invece della tangenziale verde, ossia di fasce alberate lungo il nastro d'asfalto che taglia in due Mestre, hanno affossato il lavoro di sorveglianza epidemiologica che aveva avviato l'università di Padova».


      
 

Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 12:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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