Perse il controllo dell'auto uccidendo Mariachiara e Alessandro, patteggia 2 anni e 2 mesi. La famiglia: «Pene troppo lievi»

Lunedì 23 Ottobre 2023
Alessandro Polato e Mariachiara Guida

VENEZIA - All’esito dell’udienza in camera di consiglio tenutasi oggi, lunedì 23 ottobre 2023, in Tribunale a Venezia, avanti il giudice dott.ssa Daniela De Fazio, ha patteggiato la pena di due anni e due mesi, con la sospensione condizionale, per il reato di duplice omicidio stradale, Lorenzo Orlando, il ventenne di San Donà di Piave neopatentato (all’epoca dei fatti aveva 19 anni) che la sera dell’8 gennaio di quest’anno, poco prima delle 20, con una rovinosa uscita di strada con la vettura che guidava, una Seat Ibiza, e di cui ha perso il controllo, ha causato la morte di due dei quattro giovani che trasportava, Mariachiara Guida, vent’anni, e Alessandro Polato, di 23, anche loro sandonatesi: una tragedia grande che ha scosso la città, la provincia e non solo.

L'incidente

L’auto guidata da Orlando, che percorreva via Lungo Piave Superiore con direzione Noventa-Musile di Piave, nel territorio di San Donà, ha improvvisamente sbandato sulla destra, per poi spostarsi sulla sinistra invadendo la corsia opposta e impattando contro il guardrail di sinistra, ed è infine rientrata sulla destra, in testa coda, finendo per urtare, con la parte centro posteriore della fiancata destra, anche il terminale della barriera di destra all’imbocco della strada di accesso al civico 5, che è penetrato come una lama nell’abitacolo, dal finestrino della portiera posteriore destra, con conseguenze letali per Mariachiara e Alessandro, che erano seduti dietro, deceduti praticamente sul colpo.

Il patteggiamento

La richiesta di patteggiamento, concordato con il Pm Stefano Buccini, e oggi rivisto nella sua entità e avallato dal giudice, è stata formulata dalla difesa del ventenne, in modo inusuale, ancora a indagini preliminari in corso, prima che si arrivasse all’inevitabile richiesta di rinvio a giudizio.

Una decisione chiaramente legata all’esito della consulenza tecnica disposta dal Pm, e affidata all’ingegner Mario Piacenti, in cui si chiedeva espressamente di accertare anche la conformità della barriera stradale e il suo stato di manutenzione per stabilire se tali elementi avessero influito, e in che misura, sul drammatico esito della fuoriuscita, e se quindi potessero configurarsi responsabilità anche in capo all’Ente proprietario della strada, la Provinciale 83, dunque la Città Metropolitana di Venezia. Ma il consulente tecnico ha concluso che il guardrail «si presentava in buone condizioni e adeguato stato di manutenzione – per citare la perizia -: lo stato della barriera e le sue caratteristiche, in considerazione degli obblighi previsti dalle norme vigenti, dal fatto che la strada era certamente preesistente al momento della sua installazione e considerata la particolare modalità di accadimento del sinistro, non è da porre direttamente in relazione con l’esito del sinistro».

Secondo l’ing. Piacenti, dunque, la causa dell’incidente va individuata unicamente «nel comportamento di Lorenzo Orlando il quale, nell’affrontare una curva a destra alla velocità di circa 70 km/h, in condizione di asfalto bagnato, finiva per perdere il controllo del proprio veicolo il quale, entrando in testa coda e dopo aver urtato il guardrail posto sulla sinistra, investiva con la fiancata di destra il terminale della barriera di sicurezza posto immediatamente oltre la rampa di accesso al civico di riferimento. L’indagato è incorso nella violazione del comma 2 dell’art. 141 del Codice della Strada, non essendo stato in grado di mantenere il controllo del proprio veicolo nelle condizioni di accadimento e in percorrenza di una curva a destra».

Di fronte all’esclusiva responsabilità nella causazione della tragedia che gli è stata riconosciuta, Orlando, attraverso il proprio avvocato, ha dunque preferito patteggiare subito evitando il processo. Gli è stata anche comminata la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per due anni.

La famiglia di Mariachiara

I congiunti di Mariachiara Guida, per essere assistiti, attraverso l’Area Manager Veneto Riccardo Vizzi, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini. Attraverso l’avv. Andrea Piccoli del foro di Treviso la famiglia avevano fatto richiesta che Orlando scontasse la pena con l’affidamento ai servizi sociali, istanza che però la dott.ssa De Fazio non ha ritenuto di accogliere.

«Nessuna condanna avrebbe mai potuto essere commisurata alla nostra perdita e colmare il vuoto lasciato da Mariachiara, né ci avrebbe reso un senso di giustizia: del resto, oggi purtroppo la legge italiana, considerando l’omicidio stradale come un reato colposo, prevede pene molto, troppo lievi – commenta la famiglia Guida – Tenevamo però in modo particolare alla richiesta dei servizi sociali, ritenendolo un monito, educativo, perché chi ci ha strappato la nostra ragazza non si dimenticasse mai quanto è costata la sua imprudenza, la sua violazione delle regole e la superficialità nel non valutare le avverse condizioni della strada. Un monito che avremmo voluto estendere, perché ne facessero tesoro, a tutti i giovani che troppe volte si mettono alla guida con noncuranza delle norme del Codice stradale, per non dire di peggio, non pensando affatto alle conseguenze terribili che questo atteggiamento può causare, e lo abbiamo drammaticamente visto negli ultimi mesi sulle nostre strade venete segnate da ripetuti, tragici incidenti, con tante altre famiglie distrutte. Come la nostra. E che, come la nostra, non otterranno giustizia dagli uomini, ho accolto a malincuore questa sentenza – conclude amaramente la mamma della giovane – Non ci resta che affidarci alla giustizia e alla sentenza divine».

Ultimo aggiornamento: 15:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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