Saluta il genero ed esce di strada, travolto e ucciso da un furgone

Giovedì 12 Gennaio 2023 di Diego Degan
il luogo dell'incidente

CHIOGGIA - «Mi ha avvertito mia suocera. Diceva che un autista stava gridando, al telefono, di aver investito qualcuno. Sono corso subito a vedere: il morto era mio suocero». Cosa abbia provato, mercoledì pomeriggio, Ottavio Stoppa, genero di Luigino Formenton, nel vedere il corpo del parente buttato contro la recinzione del Bosco Nordio, a Cavanella, a lato della Romea, si può solo immaginare. Fino a pochi minuti prima i due erano intenti a chiacchierare, insieme ad un amico comune, all’interno dell’officina che era stata di Luigino e che, adesso, è gestita da Ottavio. Poi, qualche minuto prima delle 15, l’anziano, di 81 anni, aveva salutato. «Vado a fare due passi fino al cimitero», aveva detto, allontanandosi. «La nostra abitazione è sopra l’officina – spiega Ottavio – tra noi e il cimitero ci saranno 150 metri, ma mio suocero non ne avrà percorsi più di 30, a giudicare dalla posizione del furgone che l’ha investito». Il furgone proveniva da Rosolina e il suo conducente, appena si è reso conto dell’accaduto, si è fermato, è sceso e, in preda all’agitazione, si è avvicinato proprio alla casa della vittima, per telefonare, e lì è stato udito dalla suocera di Ottavio. A nulla sono serviti i soccorsi, giunti dal vicino territorio polesano. I rilievi sono stati compiuti dalla polizia locale di Chioggia. «Mio suocero ha fatto un volo di almeno dieci metri – racconta Ottavio – è stato preso da dietro e credo che non si sia reso conto di nulla. Di sicuro è morto sul colpo».

LA DINAMICA

La dinamica dell’incidente è ancora in fase di accertamento. Per ora si sa soltanto che il conducente del furgone, un italiano che lavora in una ditta edile, è risultato negativo all’alcol-test rapido ma, più tardi, è stato sottoposto ai prelievi di rito in ospedale a Chioggia. Alla polizia locale avrebbe detto «me lo sono trovato davanti» dopo che la visuale gli sarebbe stata parzialmente nascosta da un camion che lo precedeva. Secondo Ottavio, però, le cose non possono stare esattamente così, perché «se mio suocero fosse stato “in mezzo” alla strada, sarebbe finito sotto le ruote e poi l’ammaccatura sul furgone è laterale, non centrale». Oltretutto per il percorso che voleva fare, Luigino non aveva bisogno di attraversare la Romea, bastava che camminasse oltre la striscia bianca laterale della carreggiata, dove c’è spazio più che sufficiente per una persona a piedi. Un investimento “laterale” sembra, quindi, più probabile ma, in base alle dichiarazioni del conducente del furgone, il pm Daniela Moroni, ha disposto l’autopsia, la prossima settimana, per verificare se l’anziano non abbia avuto un malore subito prima dell’incidente. «Recentemente aveva avuto un intervento – spiega Ottavio – gli avevano messo uno stent. Ma si stava riprendendo bene: si era messo a programmare i lavori nell’orto». Luigino Formenton aveva questa passione da quando aveva smesso il suo lavoro di meccanico, nel 2015. «Ha gestito l’officina per oltre 40 anni – racconta il genero – faceva, in particolare, impianti gpl e metano, ed era conosciutissimo a Cavanella, a Chioggia e in Polesine. Quando ha smesso l’attività ho continuato io e lui faceva il nonno: accompagnava i nipoti a scuola, li andava a prendere alla fermata, faceva passeggiate, come gli avevano raccomandato i medici, per la pressione, e coltivava l’orto». Formenton lascia la moglie, Maria, e i figli Cristina, Franca e Giulio. La sua morte è la terza, nel giro di tre mesi, in quel tratto di Romea; un anziano in bici, una maestra d’asilo in auto e ora lui, a piedi. «E’ un tratto dove molti corrono troppo – dice Ottavio – e c’è solo un cartello con il limite dei 70».

Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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