La trasformazione degli hotel a Venezia: meno camere e più servizi. Il trend dei cittadini Usa, quei profili "alto-spendenti"

Venerdì 22 Marzo 2024 di Tomaso Borzomì
La trasformazione degli hotel a Venezia

VENEZIA - Lusso, comfort e ricerca di benessere, con qualche attenzione in più verso il cliente. Sono queste le chiavi di sviluppo che il turismo veneziano sta approntando.

Le tendenze per la crescita del comparto turistico riguardano la volontà di rinunciare a qualche camera, ma puntare più in alto, allargando gli spazi delle stanze. Un nuovo modo di offrire ospitalità, apprezzato dalla domanda, che trova riscontro con l'anno record della tassa di soggiorno, visti i 38 milioni incamerati nel 2023. Le strutture a 4 e 5 stelle annoverano il 62 per cento dei posti totali: oltre 20mila sul totale di 32mila.


«Con le riqualificazioni già concluse e in corso, nel Comune di Venezia la qualità dell'offerta alberghiera è in continua crescita: due posti letto su tre si trovano infatti in strutture da 4 o 5 stelle, mentre diminuisce il numero medio di stanze nelle strutture», ha spiegato il direttore dell'Ava, associazione veneziana albergatori, Claudio Scarpa. Da Scarpa arriva anche un'ulteriore riflessione: «Con gli interventi di riqualificazione delle strutture si conferma la tendenza degli albergatori di rinunciare a stanze e posti letto pur di alzare la qualità dell'offerta. L'esempio più recente è quello dell'intervento in corso all'hotel Bonvecchiati. A Venezia il numero medio di posti letto per struttura lo conferma: è sceso dai 78 dei 2019 al più recente 71».


Nell'analisi del mercato turistico, se cambia l'offerta, la domanda ci va dietro e la risposta degli ospiti che si fermano in città è positiva, dato che anche la permanenza media è tornata quella del 2019 (2,34 giorni, 2,12 nell'alberghiero e 2,56 nell'extralberghiero), simbolo di un apprezzamento della riqualificazione in atto. Semmai, si delinea una diversità di "attrazione" tra le varie zone che compongono il territorio comunale. Mestre ha la media più bassa, sotto i due giorni, il Lido è stabile intorno alle 3 notti di media, mentre Venezia si sta stabilizzando sulle due notti e mezza. Altro dato che conferma la tesi di Ava è quello della scelta dei turisti e di come si sono suddivisi per classi di categoria. Oltre uno su tre ha pernottato nella fascia 4 e 5 stelle (rispettivamente 32 per cento e 6 per cento), mentre il 19 per cento dei visitatori che hanno dormito in città ha scelto strutture nella fascia intermedia della categoria 3 stelle.


Quello che è evidente è che il mercato del turismo è tornato ai livelli del pre-covid, anche se una fetta della torta si è spostata dall'offerta alberghiera a quella extra-alberghiera

Il comportamento di consumo dei turisti è cambiato, come si nota dai numeri rilevati dall'associazione. Se infatti nel 2019 tra gennaio e novembre si sono registrati 3.575.588 arrivi nel settore alberghiero e 1.685.166 nell'extralberghiero (per un totale di 5.260.754), nel 2023 si è arrivati a 3.228.664 arrivi in hotel e 2.070.264 nel settore alternativo (5.298.928). Questo significa che in città c'è più gente che si ferma a dormire rispetto a prima. Resta però ampio il divario tra l'offerta alberghiera, che rimane la preferita, nonostante la diffusione delle camere adibite ad affittanza turistica in città.


A sottolinearlo è il vicedirettore dell'Ava Daniele Minotto: «I dati evidenziano con chiarezza la preferenza, da parte degli ospiti, per le strutture alberghiere, per quanto i soggiorni siano in media più brevi. Durante il periodo transitorio della fine della pandemia la clientela con molta probabilità ha ritenuto più sicuro, nell'applicazione dei protocolli di igiene Covid-19, il soggiorno in hotel. Con il superamento della "paura" della pandemia anche il comparto extralberghiero ha ripreso con maggiore slancio nel corso del 2023».


A sostenere la preferenza verso gli hotel è il comportamento degli americani, da sempre ritenuti un profilo turistico "alto-spendente". Lo scorso anno gli statunitensi hanno composto il 20 per cento del totale delle presenze in hotel e il 15 per cento di quelle nell'alternativo: «Sulla base del riscontro avuto dai nostri associati, il dato di tendenza in progressiva crescita sembra confermarsi anche per l'anno 2024. Da una nostra indagine emerge tuttavia una nota dolente relativamente all'anno 2023 in cui, a fronte di un numero crescente di presenze, abbiamo registrato una flessione di fatturato rispetto al 2022 stimabile, con lievi differenze a seconda della tipologia di clientela e struttura ospitante, in una forbice tra il -10 per cento e il -15 per cento. Calo dovuto alla tariffazione media a stanza che è scesa rispetto al 2022».

Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 09:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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