Ex fidanzati scomparsi, il lungo viaggio della Punto nera fra tornanti e telecamere: «Nella Val Zoldana si vede Filippo da solo»

Sabato 18 Novembre 2023 di Angela Pederiva
Ex fidanzati scomparsi, il lungo viaggio della Punto nera fra tornanti e telecamere

BARCIS (PORDENONE) - A terra, in acqua, dal cielo. Li cercano in ogni dove e non li trovano da nessuna parte: né Giulia Cecchettin, né Filippo Turetta, né la Fiat Grande Punto. La notizia del sesto giorno è l’apertura del fascicolo per tentato omicidio aggravato, ipotesi che sulla carta presuppone una vittima magari ferita ma viva e un quasi assassino in fuga, anche se in realtà la storia potrebbe essere molto più tragica. «Bisogna arrivare alla macchina: se abbiamo quella, capiamo pure il resto», riflette ad alta voce un investigatore, fra i tanti che incrociamo ripercorrendo il tortuoso viaggio compiuto da FA015YE, la targa che è diventata il nome in codice di un mistero nero come quest’auto che pare imprendibile, benché compaia in «decine di fotogrammi» che almeno dalla Val di Zoldo in poi mostrano solo il conducente a bordo.


LE LOCALITÀ
Il giallo è cominciato sabato sera, al centro commerciale Nave de Vero di Marghera, alle porte di Mestre. È stata la prima di una lunga serie di località attraversate dalla vettura, come variamente ricostruito dai carabinieri attraverso le testimonianze, i dispositivi Targa System e la videosorveglianza. Alle 23.15 la coppia è stata sentita litigare a Vigonovo, alle 23.30 il filmato ha registrato il pestaggio a Fossò. Il primo buco temporale è coinciso con lo spostamento dal Veneziano al Trevigiano: solo a mezzanotte e 43 di domenica, cioè venti minuti più del tempo teoricamente necessario, è scattata la rilevazione a Zero Branco. Il tragitto è proseguito attraverso Maserada sul Piave e Vazzola. Il passaggio dal Veneto al Friuli Venezia Giulia è stato riscontrato a Caneva. Poi il transito per Polcenigo, l’arrivo ad Aviano, la salita a Piancavallo alle 3 di notte, la discesa verso Barcis.


IL LAGO E I TORNANTI
È proprio qui, dov’è stato allestito uno dei quattro campi-base delle ricerche nel Nordest, che si concentrano le perlustrazioni. I vigili del fuoco, supportati dalla protezione civile, monitorano in lungo e in largo il lago: le unità cinofile battono i sentieri, i sommozzatori ispezionano lo specchio d’acqua principale e quelli minori che sono sparsi fra le montagne, l’elicottero Drago sorvola ripetutamente e vanamente l’area. «È come cercare un ago in un pagliaio», allarga le braccia un operatore, di fronte a un enigma che si estende in superficie e in dubbi: «Non sappiamo nemmeno cosa dovremmo trovare, se un corpo, se due, se solo una macchina...». Riprendiamo allora il viaggio compiuto dalla Punto, immortalata dalla telecamera posizionata sulla Regionale 251 della Valcellina in località Arcola, tra la fermata del bus per Claut e il capitello con il Cristo in croce. «Le immagini sono gestite direttamente dal centro regionale di protezione civile a Palmanova, per cui non le ho viste, ma spero che ci siano tutti e due i ragazzi...», azzarda il sindaco Claudio Traina. 
Tornanti e ruscelletti, cartelli di caduta massi e ghiaioni a strapiombo sul nulla, vecchie osterie chiuse e poche case sparse. Prima del tunnel Rove de Cenc spunta un occhio elettronico, altri sono accesi nei pressi della diga del Vajont. Antonio Carrara, primo cittadino di Erto e Casso, non riesce a farsene una ragione: «O tutta questa tecnologia non funziona, e le segnalazioni sono fasulle, oppure non mi spiego come sia possibile che quest’auto non venga individuata e bloccata». Chissà se la Punto nera è rimasta ferma per tutti e 7 i minuti al rosso del semaforo, che regola il senso unico alternato nella galleria Sant’Antonio, o se ha trovato subito la luce verde ed è sbucata velocemente sul lato bellunese. Roberto Padrin, sindaco di Longarone, è sconsolato: «È una vicenda drammatica, ma purtroppo non ci sono tracce di Giulia e Filippo».

Al campo base di Codissago vengono coordinate le ricerche che si ramificano sulle Dolomiti. Nella vicina Fortogna c’è il distributore Azzalini, uno dei pochi che in provincia riforniscono di metano vetture come quella del 22enne, che potrebbe avere un’autonomia fra gas e benzina di 500 chilometri: «Durante l’orario di chiusura funziona il self-service e ci sono le videocamere, ma nessuno ci ha chiesto i filmati», dicono all’area di servizio.


I FOTOGRAMMI
Forse però la Punto non ha fatto soste, imboccando direttamente la strada per la Val di Zoldo, anche se è proprio nel tratto tra il Friuli e il Veneto che si colloca il secondo buco temporale: almeno 40 minuti di troppo, rispetto alla normale tabella di marcia. «Dai fotogrammi risulta che la macchina procedeva sui 50 chilometri orari e che a bordo c’era una sola persona», riferisce il primo cittadino Camillo De Pellegrin, mettendo in fila le rilevazioni fra il centro di Forno alle 7.22 e la strada di Palafavera alle 7.37, passando per l’area di servizio a Pianaz e l’albergo Valgranda a Pecol. Le registrazioni successive sono state effettuate al Passo Giau e poi a Cortina d’Ampezzo, in località Ospitale, alle 9.07 di domenica mattina. Più su c’è la Val Pusteria, con le ricerche dei carabinieri che dopo le indicazioni arrivate mercoledì, sono tuttora in corso fra Sesto e San Candido. È appena mezz’ora da Lienz, ma pare un’angosciante eternità.

Ultimo aggiornamento: 15:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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