Punta San Giuliano, non c'è più acqua le le barche: per metà dell'anno non riescono a muoversi

Venerdì 25 Febbraio 2022 di Elisio Trevisan
Punta San Giuliano, non c'è più acqua le le barche: per metà dell'anno non riescono a muoversi

MESTRE - Questo è il periodo dell'anno nel quale si concentrano le più basse maree ed è normale vedere rii e canali di Venezia in secca, specie quelli che hanno avuto meno manutenzioni negli ultimi anni. Anche a San Giuliano succede, ma in quella zona la situazione è diversa perché ormai la secca è una condizione normale che dura per buona parte dell'anno. Al punto che per il 50% del tempo le centinaia barche delle associazioni sportive che contano oltre duemila soci non riescono ad andare in acqua perché non c'è fondale.

In queste settimane capita anche l'inverso, ossia che delle imbarcazioni a remi o a vela uscite con un po' di acqua a disposizione, non riescano più ad avvicinarsi alle piattaforme della gru per essere issate a terra. Un problema che si aggrava giorno dopo giorno.


I CANTIERI

Eppure, allo stesso tempo, giorno dopo giorno crescono i nuovi edifici che il Comune sta realizzando per il Polo Nautico, anzi le imprese stanno lavorando talmente bene che sono pure in anticipo sui tempi: a breve, ad esempio, ci sarà la consegna del nuovo piazzale per le barche illuminato è protetto, mentre sono già visibili le fondamenta dei nuovi capannoni, ed è in via di ultimazione il restauro della ex Dogana, con tetto e intonacature rifatte. Mentre, dunque, ci si sta avvicinando a grandi passi alla conclusione del cantiere viene a mancare l'elemento che dà senso a tutti quei lavori, ossia l'acqua. Il fatto è che allo zero di marea in Punta della Salute (poi c'è un'altra ora di tempo prima che l'acqua arrivi a San Giuliano, per cui cala ancora) sotto alle gru del Polo Nautico si misurano 35 centimetri di profondità, praticamente nulla; e quindi quando la marea scende sotto lo zero, davanti al Parco emerge il fondo. Fino ad un po' di anni fa anche nei periodi delle basse maree, come questo, in punta San Giuliano c'era sempre almeno un metro d'acqua. La Consulta della Laguna media, con l'ingegnere idraulico Giovanni Cecconi, ha calcolato che si stanno perdendo 4 centimetri di fondale all'anno. Il Provveditorato alle opere pubbliche (Piopp) con Rfi e Veneto Strade che sono responsabili della manutenzione del Ponte della Libertà, in questo periodo stanno intervenendo su altri archi chiusi da detriti e colonie di ostriche, causa principale dell'interramento in corso del tratto di laguna tra il Ponte e Campalto. Il problema è che l'impresa Clodiense ha l'incarico di scavare archi da metà Ponte verso sud, cioè verso Venezia, mentre a nord, all'altezza dei Pili, ne in questi anni hanno scavati solo tre. E per gli esperti idraulici questo rischia di costituire un danno peggiore perché il giro delle correnti impedisce di ripulire la parte di laguna davanti a San Giuliano. Le società sportive hanno avuto incontri con i responsabili del Piopp che hanno annunciato di aver ottenuto altri fondi da Roma e che quindi entro l'anno potrebbero cominciare a scavare altri archi (oltre ai 25 in corso di pulizia in questi mesi, che si aggiungono ai 19 già liberati) e potrebbero farlo verso San Giuliano ma ancora non ci sono certezze.


LA RICHIESTA

Per cui le società sportive e la Consulta della Laguna Media hanno chiesto al Provveditorato di intervenire con urgenza, intanto, sul tratto di canale che parte dal canale di San Secondo in punta di San Giuliano e arriva al seno della Sepa, riportando quindi i fondali davanti al Polo Nautico ad una profondità sufficiente per far uscire le barche. Anche perché al problema costituito dal Ponte della Libertà, che è diventato una gigantesca diga che impedisce alle maree di circolare, si è aggiunto quello recente delle chiuse dell'Osellino, in viale Vespucci: sono state tolte perché erano rotte e devono essere rifatte ma nel frattempo non c'è più alcun ostacolo ai sedimenti che finiscono tutti in laguna interrandola.

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