Ospedale, un malato su tre ora ha tra i 45 e i 64 anni. Stanno meglio gli anziani

Mercoledì 31 Marzo 2021 di Alda Vanzan
I ricoverati negli ospedali veneti

VENEZIA - C'erano una volta i vecchi.

Gli anziani che si ammalavano, che venivano ricoverati, che riempivano i reparti di terapia intensiva. E che morivano. L'ecatombe dei nonni, raccontavano le cronache di un anno fa. Adesso i vecchi, quelli con la pellaccia dura che sono rimasti, hanno la protezione vaccinale, uno scudo che li mette al riparo dal virus e, quindi, dagli ospedali. È così che l'età delle persone più a rischio si è abbassata. E di tanto. In corsia adesso ci sono anche i quarantacinquenni. E sono sempre di più.

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LA STATISTICA
I dati li ha portati ieri in Protezione civile a Marghera l'ingegner Paolo Fattori, il direttore delle strutture della Regione che segue tutta la parte edilizia sanitaria e, con l'emergenza Covid, anche l'occupazione ospedaliera. Il confronto tra la seconda ondata della pandemia (ottobre-dicembre 2020) e la terza di questi giorni è impressionante: nel periodo compreso tra il 5 e l'11 novembre la maggioranza dei ricoverati per coronavirus negli ospedali veneti era rappresentata da persone di età compresa tra i 75 e gli 84 anni, con una percentuale che si aggirava sul 27%. Di poco sotto, attorno al 26%, c'era la fascia di età compresa tra i 45 e i 64 anni. Quattro mesi dopo il rapporto si è invertito: la rilevazione compiuta nell'arco temporale tra il 18 e il 24 marzo ha registrato la maggioranza dei ricoverati tra gli adulti attivi, cioè non ancora pensionabili, i 45-64enni: oltre il 30%. A voler sintetizzare, un ricoverato con il Covid su tre in Veneto ha tra i 45 e i 64 anni. In compenso, gli over 80 sono scesi al 16%.


IL DETTAGLIO
C'è differenza d'età tra i ricoverati in terapia intensiva o nelle aree non critiche? No, il dato è generalizzato: il virus adesso colpisce i cinquantenni e i sessantenni. Ecco la fotografia delle terapie intensive: 377 pazienti critici o intubati nella fascia di età 50-69; 243 nella fascia 70-79; 100 nella fascia 80-89; 51 nella fascia 15-49; 17 over 90. Analoga situazione tra i pazienti catalogati come severi: la maggioranza (322) è sempre nella fascia di età 50-69), subito dopo i settantenni e gli ottantenni praticamente alla pari. Il rapporto si inverte nettamente se si guarda agli asintomatici: le persone che si sono contagiate ma che non hanno neanche un raffreddore sono per la maggior parte over 70.

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IL BAROMETRO
Stando al barometro sanitario previsto a suo tempo dalla Regione per decidere come organizzare l'offerta sanitaria in tempi di pandemia, il Veneto è complessivamente in fascia 4 su cinque. Essere in fascia 4 significa avere la piena attività dei Covid Hospital e la riduzione delle attività programmate sia chirurgiche che ambulatoriali anche negli ospedali spoke, cioè quelli intermedi che non sono punti di riferimento provinciale. La situazione non è omogenea in tutta la regione: Belluno, ad esempio, è ancora in fascia 3, mentre Padova sta arrivando in fascia 5 per l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva. Una diversità che si riflette anche guardando la fotografia della gravità dei ricoveri nelle 9 Ulss: la 2 Marca Trevigiana è quella messa peggio per i ricoveri in rianimazione, la 3 Serenissima di Venezia soffre sul fronte dei pazienti severi, la 9 Scaligera ha il maggior numero di persone in situazioni critiche. I numeri complessivi: il Veneto registra negli 203 pazienti critici intubati, 585 in situazione critica, 968 in condizioni severe, 91 con disturbi lievi, 46 pauci-sintomatici, 27 totalmente asintomatici.

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LA CURVA
Da tempo si indicava il 31 marzo 2021, cioè oggi, come il giorno del picco della terza ondata della pandemia. Purtroppo non è così. L'ingegner Fattori ha detto che l'andamento della curva è «in continua crescita», anche se «ad una velocità inferiore rispetto alla seconda ondata del passato autunno». Ma la crescita c'è ed è costante. Il picco è stato raggiunto? Non ancora: «L'andamento non evidenzia situazioni stabili né in calo, quindi non possiamo dire di aver raggiunto il picco». Eppure i segnali sembrano incoraggianti: il bollettino diffuso dalla Regione ieri mattina dava 1.130 nuovi positivi su 43.284 tamponi, per una incidenza del 2,61%. Giusto una settimana fa era del 4,3%. Il bollettino di ieri sera ha aggiornato a 1.284 i nuovi casi di contagio e se sono aumentati i ricoveri nelle aree non critiche (+41 per un totale di 1.929 posti letti occupati), sono però calati da 304 a 303 gli intubati in rianimazione. Ma si continua a morire: ieri altre 33 vittime.
 

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 21:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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