Nebbia fissa in laguna, barca a vela finisce in secca per due volte

Lunedì 20 Dicembre 2021 di Diego Degan
Un momento dell'intervento della Capitaneria, con nebbia e bassa marea

CHIOGGIA - Finiti in secca per due volte e altrettante volte “recuperati” dalla guardia costiera. Disavventura tragicomica, sabato pomeriggio, per gli otto componenti dell’equipaggio di una barca a vela che stava navigando per diporto nei dintorni di Chioggia, probabilmente in fase di rientro dopo un’escursione. La segnalazione del pericolo è arrivata alla sala operativa della Capitaneria di porto di Chioggia, nel primo pomeriggio, da parte del vaporetto Actv, in navigazione verso Venezia.
«C’è una barca a vela di circa dodici metri in difficoltà – aveva comunicato il comandante del vaporetto – è arenata su una secca e leggermente inclinata, vicino alla Madonnina di Ca’ Roman».
IL SOCCORSO
Dalla Capitaneria è stato immediatamente inviato sul posto il battello pneumatico GC B97, dalle caratteristiche tecniche ed operative più adatte ad affrontare la missione di ricerca e soccorso che si delineava. La zona indicata, infatti, è caratterizzata da un basso fondale e la concomitanza con la fase di bassa marea, rendeva indispensabile l’uso di un mezzo a pescaggio ridotto. L’operazione, poi, era resa ancor più complessa dalla nebbia persistente che riduceva le condizioni di visibilità e l’approssimarsi del buio avrebbe reso ancor più difficile il compito dei militari, se le operazioni si fossero prolungate. Anche per questo il soccorso doveva essere il più rapido possibile soprattutto se giungendo sul posto, si fossero riscontrati degli imprevisti (feriti, avarie, ecc). Il personale della guardia costiera, quindi, è riuscito a rintracciare rapidamente la barca a vela e, salito a bordo di questa, ha trovato tutti e otto i componenti dell’equipaggio in buone condizioni fisiche.
NUOVA SECCA
L’esame della barca, poi, ha permesso di accertare che non c’erano stati danni significativi allo scafo, per cui era sufficiente trainarlo in acque un po’ più profonde per risolvere il problema.

Compiuta questa operazione, la barca a vela è ripartita, ma il battello della guardia costiera, su disposizione della sala operativa, è rimasto in zona. Quasi un presentimento che qualcos’altro sarebbe potuto succedere. E, infatti, poco tempo dopo, è arrivata una seconda richiesta di soccorso al 1530: era la stessa barca che, a causa dell’intensificarsi della nebbia, aveva di nuovo “perso” il canale e si era arenata un’altra volta. I militari l’hanno nuovamente raggiunta, disincagliata e, stavolta, per evitare ulteriori guai, l’hanno rimorchiata fino alla darsena San Felice, dove era inizialmente diretta. Tutto, quindi, si è concluso nel migliore dei modi e i diportisti, probabilmente anche un po’ imbarazzati, hanno ringraziato il personale della guardia costiera per l’aiuto ricevuto. .

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