Spedizione punitiva, figlio di un noto imprenditore pestato a sangue a Ca' Vio

Giovedì 20 Luglio 2023 di Davide Tamiello - Giuseppe Babbo
CAVALLINO TREPORTI

CAVALLINO-TREPORTI L’hanno massacrato di botte e non per rapinarlo. È un vero e proprio giallo ciò che è avvenuto a Cavallino venerdì notte: vittima dell’agguato un 35enne della zona, figlio di un noto imprenditore che lavora nel settore del turismo. Il giovane, appunto, si trovava nella zona di Ca’ Vio, in via delle Batterie. Poi, cosa sia successo, al momento è difficile definirlo. Quel che è certo è che qualcuno, probabilmente più persone, lo hanno aggredito, immobilizzato e picchiato selvaggiamente. A dare l’allarme sono stati alcuni turisti che hanno notato quel giovane sdraiato a terra, con il volto ridotto a una maschera di sangue. Immediatamente, i soccorsi l’hanno trasportato in ospedale a Mestre dove è tutt’ora ricoverato in condizioni gravi. 
 

LE INDAGINI
Sul caso stanno indagando i carabinieri. Il giovane ha riportato delle lesioni al volto, con traumi importanti, e agli arti. L’uomo è rimasto sempre cosciente ma non poteva muoversi perché i banditi gli avevano rotto un’anca. Non solo, il 35enne ha riportato anche la frattura della mandibola e ha perso diversi denti. Da quanto ricostruito dal personale medico e dalle persone intervenute sul posto, i picchiatori dovrebbero averlo picchiato saltandogli sopra alle gambe e alle braccia. E potrebbero aver utilizzato una mazza, un bastone o qualche altro oggetto contundente. Un comportamento, secondo gli investigatori, che farebbe pensare a una spedizione punitiva. Ovviamente però non si esclude nessuna pista: i militari stanno indagando sui vari aspetti della vita del 35enne a caccia di un movente che possa giustificare un’azione del genere. Sembra esclusa l’ipotesi di una rapina andata male per un semplice motivo: il giovane aveva con sé portafoglio e cellulare, gli aggressori non gli avevano rubato nulla. Dunque cosa può essere successo? Una banale lite poi degenerata? Un debito non pagato? Un regolamento di conti per un qualche sgarro? È possibile, comunque, che i banditi lo stessero aspettando. Pare che l’uomo fosse tornato a casa dalla moglie e poi, intorno alle 3 del mattino, sarebbe uscito di nuovo. Ai famigliari, il 35enne avrebbe detto di non ricordare nulla, ma se fosse effettivamente così potrebbe aver ricevuto una telefonata o essere andato a un appuntamento finito poi decisamente male. Il padre del ragazzo è sotto choc: «Sono disperato per mio figlio, ho piena fiducia nelle forze dell’ordine». I carabinieri cercheranno di scandagliare anche tra i sistemi di videosorveglianza della zona se possano esserci delle immagini utili alle indagini, magari qualche attimo dell’arrivo o della fuga di chi lo ha ridotto in quel modo.
 

Ultimo aggiornamento: 17:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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