Case-vacanze, i gestori si arrendono: l'affitto turistico si è fermato

Lunedì 17 Maggio 2021 di Tomaso Borzomì
Turisti in visita a Venezia

VENEZIA - Dopo oltre un anno e mezzo di nulla, i gestori di appartamenti turistici iniziano restituire le chiavi di casa ai proprietari. Il difficile periodo che il virus ha imposto, con l’azzeramento del turismo, ha fatto sì che gli ex gestori si reinventassero in altri impieghi, abbandonando il settore dell’ospitalità. E così i titolari di appartamenti che per anni avevano messo a reddito i propri immobili, sfruttando le vacche grasse di un turismo sfrenato, da mesi si trovano in mano solo scope per spazzare i pavimenti impolverati. Di questi, qualcuno ha scelto di attendere il ritorno del turismo, mentre altri hanno preferito affidare le case a residenti o a transitori. In tal senso, Ava (Associazione veneziana albergatori) lancia un segnale di forte legalità attraverso la riconferma del consigliere Maurizio Papa a vicepresidente nazionale di Federlaberghi extra. 
 

IL MONITORAGGIO

Papa da anni monitora l’extralberghiero, con un polso della situazione che gli consente di analizzare con precisione il settore: «A causa del covid in tanti hanno mollato, sia possessori di partita Iva, che abusivi, questo perché si sono trovati di fronte ad affitti onerosi che non hanno potuto sostenere. Soprattutto gli abusivi non hanno ricevuto niente dal Governo, neanche le briciole che ha erogato, mentre chi gestiva le abitazioni con professionalità ha potuto ottenere qualcosa tra ristori e credito d’imposta. Per questo è importante andare avanti come imprenditori». 
Papa esprime quindi la sua esperienza: «Con la pandemia, se non avessi avuto la partita Iva sarei fallito. Anche se si è trattato di briciole, i ristori hanno comunque dato fiato agli imprenditori e un aiuto è arrivato tramite il credito di imposta. Tante attività che operavano “nell’ombra”, invece, sono stati restituiti ai proprietari».
 

GLI ABUSIVI 

Se però gli illegali per ora hanno chiuso, sul futuro il rappresentante di categoria non si espone: «Chi opera nell’illegalità, probabilmente ci sarà sempre». Infatti, se oggi c’è chi ha scelto di reinventarsi, un domani, a meno che i controlli non si facciano sempre più serrati, il rischio è che qualcuno possa decidere di cercare di intraprendere la vecchia strada “dell’ombra”. Non a caso, Papa chiede maggiori investimenti soprattutto sul codice identificativo unico, ritenuto ad oggi ancora non completamente sufficiente: «Abbiamo tappezzato la città di codici, ma alla fine non ci sono risultati. Quello che dovrebbe esser fatto, a mio avviso, è che ogni struttura che si affida alle Ota (i vari intermediari online) debba comunicare il codice unico identificativo. Ad oggi se ne parla, ma è necessario velocizzare questo processo». Il vicepresidente continua: «Attaccare la targhetta non è sufficiente, perché viene spontaneo chiedersi se sia vera o falsa. Tramite l’Ava siamo in sintonia con il Comune sulle nuove iniziative pensate per combattere l’abusivismo e contiamo di continuare a lavorare insieme. Ma il tema va portato avanti anche a livello nazionale con Federalberghi extra: per fortuna adesso c’è un ministro al Turismo con il quale si potranno fare molti passi avanti». 
 

L’AFFLUENZA DI IERI

Intanto anche ieri in centro storico si è vista tanta gente, sebbene nel pomeriggio il tempo sia peggiorato. In città c'erano 33mila persone, di cui 6.200 stranieri. A differenza delle spiagge, ancora poco frequentate, la città d’arte ha fatto registrare un alTro week end di robusta affluenza, sopattutto dalle città vicine. Quasi una voglia di ritorno alla normalità in attesa delle nuove disposizioni s coprifuoco e aperture previste per oggi da parte del Governo.
 

Ultimo aggiornamento: 22:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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