DOLO - Tutti a processo per la morte di una paziente, Gabriella Condom, avvenuta nel luglio del 2009, due mesi dopo che la donna era caduta dalla barella mentre veniva trasportata ad una visita medica all’ospedale di Dolo.
Nel prossimo mese di maggio, con l’accusa di omicidio colposo, saranno chiamati a comparire davanti al giudice due barellieri della Cooperativa sociale servizi associati, Daniele Bonaventura, 44 anni, di Marcon e Silvia Cuccato, 43 anni, di Camponogara; un medico componente della Commissione invalidi, Claudia Minotto, 47 anni, di Mira e Leonide Reffo, 55 anni, di Mira, segretaria del Dipartimento prevenzione, incaricata di condurre la paziente di fronte alla Commissione invalidi.
La Procura accusa i quattro imputati di essere responsabili, ciascuno per la sua parte, di quanto è accaduto: secondo il pm Ugolini l’incidente si verificò a causa della condotta «imperita e negligente della signora Reffo nel condurre la barella» (più stretta e più alta di quelle comunemente utilizzate in ospedale, nonché dotata di ruote anteriori monodirezionali), dopo che la stessa aveva autorizzato i barellieri ad allontanarsi.
I familiari della vittima, tutti residenti a Fiesso d’Artico, si sono costituiti a giudizio per ottenere il risarcimento dei danni sofferti.
Ultimo aggiornamento: 14:41
© RIPRODUZIONE RISERVATA Nel prossimo mese di maggio, con l’accusa di omicidio colposo, saranno chiamati a comparire davanti al giudice due barellieri della Cooperativa sociale servizi associati, Daniele Bonaventura, 44 anni, di Marcon e Silvia Cuccato, 43 anni, di Camponogara; un medico componente della Commissione invalidi, Claudia Minotto, 47 anni, di Mira e Leonide Reffo, 55 anni, di Mira, segretaria del Dipartimento prevenzione, incaricata di condurre la paziente di fronte alla Commissione invalidi.
La Procura accusa i quattro imputati di essere responsabili, ciascuno per la sua parte, di quanto è accaduto: secondo il pm Ugolini l’incidente si verificò a causa della condotta «imperita e negligente della signora Reffo nel condurre la barella» (più stretta e più alta di quelle comunemente utilizzate in ospedale, nonché dotata di ruote anteriori monodirezionali), dopo che la stessa aveva autorizzato i barellieri ad allontanarsi.
I familiari della vittima, tutti residenti a Fiesso d’Artico, si sono costituiti a giudizio per ottenere il risarcimento dei danni sofferti.
