VENEZIA - Mario Gabbiato, 71 anni portati con disinvoltura, meglio noto come il corniciaio di San Tomà, lascerà, ad inizio anno, l'attività artigiana che dal 1989 porta avanti in campiello San Tomà, all'anagrafico 2819 di San Polo, In realtà Mario, nonostante sia già in pensione, avrebbe, a suo dire, energia e volontà per continuare a lavorare in bottega: «Ho sempre amato il mio mestiere e tuttora lo faccio con passione», afferma.
«Prima del covid la mia clientela era composta per il 60 per cento da residenti e per il 40 per cento da turisti, ora, anche se il turismo sembra essere tornato quello di un tempo, in realtà non è così. Il turismo attuale è ancor più mordi e fuggi di quello pre Covid, assolutamente non interessato alla mia produzione artigianale - spiega Gabbiato - inoltre anche l'acquirente locale sta progressivamente venendo a mancare, in città ci sono meno gallerie d'arte private e meno artisti e, di conseguenza, le miei cornici su commissione non vanno più come un tempo». Il declino dell'attività è comunque iniziato in maniera irreversibile con l'aqua granda del 12 novembre 2019: «Sono entrati in bottega 62 centimetri d'acqua, non ho perso macchinari ma molto materiale di lavorazione che non poteva essere rimborsato con gli indennizzi». Poi è arrivata la pandemia: «Sono rimasto chiuso durante il lockdown, come tutti e, anche quando potevo tener aperto, il lavoro era praticamente inesistente. Durante i momenti più duri l'affitto mi è stato condonato ma ora dovrei tornare a pagare la cifra piena e sinceramente non ce la faccio proprio». E così sulla vetrina della bottega capeggia in bella vista il cartello cedesi attività. «In accordo con la proprietà del fondo cercherò, entro inizio anno, di trovare qualcuno interessato al subentro. Con un giovane alla guida e una parziale revisione dei prodotti sono sicuro che questa attività potrà risollevarsi, tornando ad essere proficua come lo è stata per me per oltre 30 anni».