Venezia e lo spopolamento, gli abitanti sotto quota 50mila: «Subito incentivi a chi lavora»

Venerdì 12 Agosto 2022 di Tomaso Borzomi
Venezia sotto i 50mila residenti
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VENEZIA Un piccolo paese mondiale. Venezia oggi è questa, una realtà che dentro la sua pancia ospita meno di 50mila abitanti, i quali fanno i conti però con il mondo.

Perché non c'è angolo del globo che non conosca canali, calli e campielli, e altrettanti abitanti che non desiderino immergersi nelle atmosfere che questa città sa regalare. Però i veneziani stanno diventando sempre meno, travestiti quasi da ideali figuranti che in una costante lotta tra Davide e Golia tentano di resistere, perché è di ieri la notizia che i residenti sono 49.997. Una soglia temuta, annunciata dall'associazione venessia.com con preoccupazione, che è arrivata inesorabile. La tendenza continua a sgretolare un muro di persone che cinquant'anni fa ne contava il triplo (Nel 1951 i dati ufficiali del Comune parlavano di 174.808 residenti). E un po' per scomodità, un po' per inerzia, ecco che mattoncino su mattoncino il muro è andato giù.

INVERTIRE LA TENDENZA
Un fenomeno su cui interviene anche Marco Balich, cittadino del mondo partito proprio da Venezia per raccontare al mondo le sue visioni artistiche, apprezzate in quattordici cerimonie olimpiche e paralimpiche, oltre al recente passaggio della bandiera tra Milano-Cortina e Pechino, fino al bacio del Carnevale veneziano. «Bisogna riconvertire la tendenza tornando ad almeno 80-90mila persone nel giro di due anni. Per fare questo bisogna intervenire su tre cose: alloggi, agevolare chi vive e chi vuole tornare, porre un tetto secco ai giorni di affittanze turistiche come Airbnb. Del resto ad Amsterdam e Barcellona, città ricche di studenti, non si possono fare per più di novanta o cento giorni. Così si capisce che diventa più conveniente affittare a qualcuno che si prenda cura della città e della propria casa, piuttosto che lasciarla a chi venga qui per qualche giorno e la massacri. Su questo il Comune ha gli strumenti per intervenire da subito», chiarisce Balich.

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DOVERE MORALE
L'imprenditore veneziano ha una sua ricetta: «Bisogna incentivare chi lavora a Venezia. Chi ha un beneficio dal lavorare in città, deve anche viverci. Ad esempio tassisti, gondolieri e chiunque abbia un vantaggio economico, devono restare qui. So che è difficile, che è un fattore più empirico, ma dovrebbe essere un dovere morale». Per contrastare l'esodo e favorire la nuova primavera lagunare ecco che quindi si arriva a un terzo paletto: «Bisogna intervenire con regolamentazioni precise sulle attività commerciali. Quanto prima si deve ripristinare un'infrastruttura da città e non da centro commerciale turistico di quarta categoria. Si imponga di non poter affittare a cinesi o bengalesi le proprie rendite. Chi non vuole lavorare a Rialto nel mercato, che venda, non è possibile che si viva di rendita e basta». Il veneziano ci va giù duro e prosegue: «Serve anche imporre che ogni cento metri non ci sia più di un negozio di maschere, bar o ristoranti. Se no è la fine. Mi rendo conto che siamo sempre sull'empirico, che va contro tante cose, ma se vogliamo ripristinare i mestieri come l'idraulico o il calzolaio, facendoli vivere qui, questa è la traccia».


Infine c'è il capitolo isole: «Vorrei che venissero recepite queste variabili accomunandole anche alle politiche di incentivo a vivere nelle isole, perché c'è anche quello». Per arrivare quindi alla questione chiave della sostenibilità: «Si trasformi la città nel primo laboratorio di sostenibilità con idrogeno ed elettrico uniche forme di qualsiasi mezzo di trasporto. Potrebbe essere lo stimolo all'avvio di nuove attività correlate a una sostenibilità che non voglia dire solo turismo». Balich non rimpiange il passato, perciò guarda al futuro: «Non sono un prigioniero della nostalgia, le città cambiano e questo deve esser gestito con buonsenso e non con politica ideologica. Ad esempio ben venga il biglietto di ingresso ma di un anno, come in Svizzera dove paghi l'autostrada per un anno. Ben venga poi la defiscalizzazione per chi vive e risiede nelle case, anche su questo il sindaco può agire sin da subito, imponendosi e lasciando perdere i quattro mugugni di chi vive di rendita e sfrutta gli affitti in maniera inaccettabile».

    
 

Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 11:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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