Vivere e lavorare in montagna: sono 180 le richieste ricevute da tutta Italia. Il 30% da friulani o veneti

Per il progetto ideato dalla Coop Cramars domande da tutta Italia, molte da famiglie

Venerdì 18 Agosto 2023 di Antonella Lanfrit
Vivere e lavorare in montagna: sono 180 le richieste ricevute da tutta Italia. Il 30% da friulani o veneti

Centottanta richieste, da quasi tutte le regioni italiane, e ogni richiesta accompagnata da una lettera di motivazioni, che già di per sé attesta un interesse reale ad arrivare in Friuli guidati dal progetto “Vieni a vivere e lavorare in montagna”, che domenica chiuderà i termini per la raccolta delle candidature degli aspiranti “montanari”.
Sono le anticipazioni che offre Stefania Marcocci, presidente della Cooperativa Cramars, la realtà che ha ideato il progetto sostenuto sin da subito dalla Fondazione Friuli e dal partneriato con l’Uncem nazionale, l’Unione delle comunità montane.


FARE COMUNITÀ
«Qui non si offrono né case gratuite né lavoro facile – precisa subito la presidente -, ma da un anno e mezzo stiamo lavorando con sette comunità che si sono messe in gioco per sviluppare appieno la possibilità di essere “comunità accogliente” nei confronti di quanti vogliano realizzare un sogno: vivere e lavorare in montagna».
Sette i centri che hanno scommesso su questa opportunità di futuro: Comeglians, Resia, Resiutta, Stregna, Savogna, Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto. «Tutti sono stati “richiesti” – continua la presidente Marcocci – e, per poter meglio gestire il numero importante di domande che sono giunte, hanno deciso di allearsi a due a due per dare l’opportunità agli ospiti di visitare i paesi negli stessi giorni e conoscere le diverse vallate: Resia e Resiutta in Val Resia; Stregna e Savogna nelle Valli del Natisone; Tramonti di Sopra e di Sotto in Val Tramontina.

Comeglians resterà meta unica, in quanto unico centro in Carnia».


DA TUTTA ITALIA
Per avere l’identikit di quanti intendono esaminare con interesse la possibilità di trasferirsi nelle montagne friulane occorrerà attendere la scadenza dei termini per esprimere la manifestazione di interesse. Tuttavia, finora, «le richieste sono giunte da tutte le regioni d’Italia, ad eccezione della Sardegna; le persone hanno età molto diverse – dettaglia la presidente di Cramars – e in genere sono espressione di nuclei famigliari». Come dire che gli aspiranti “montanari” sono molti di più di 180. «Interessanti, poi le lettere di motivazione allegate alla candidatura – aggiunge Marcocci -. Abbiamo apprezzato la generale disponibilità a raccontarsi e a motivare la propria scelta».
Il 30% degli interessati appartiene all’area friulano-veneta, il restante 70% abita nel resto d’Italia: qualcuno in città, altri già in centri montani considerati, però, ormai troppo turistici.


GLI INCONTRI
Dall’ultimo weekend di agosto e poi per tutto settembre saranno programmati gli incontri con le comunità, che sono state adeguatamente preparate. «Il progetto ha debuttato un anno e mezzo fa – ricostruisce Marcocci – e ha avuto diverse fasi: la raccolta delle disponibilità dei Comuni, la preparazione dei Ciceroni che accoglieranno gli aspiranti nuovi cittadini e saranno in grado di offrire ogni informazione riguardo a servizi, lavoro, scuola, storia, tradizioni e ogni altro dettaglio che possa raccontare adeguatamente la propria terra». Come sottolineano i sindaci, l’iniziativa non è certo una sorta di agenzia immobiliare temporanea, ma un’occasione per i possibili futuri “montanari” di apprezzare un territorio avendo come guida chi ci abita. Nello specifico, sette comunità che sono a disposizione per promuovere la propria terra e aiutare ad orientarsi quanti vorranno salire in montagna.
Tutto il paese, quindi, è protagonista nell’opportunità che viene data ai nuovi possibili cittadini. «Alcuni centri stanno già pensando di realizzare dei pranzi comunitari per l’occasione – rivela Marcocci -. Probabilmente i primi incontri segneranno l’inizio di relazioni. Nelle prossime settimane vedremo l’evoluzione, ma questi primi risultati del progetto – conclude – ci inducono a credere che ciò che nascerà sarà comunque qualcosa di buono».

Ultimo aggiornamento: 08:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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