Restaurata la Pieve che ha resistito ad alluvioni, invasioni e incendi

Mercoledì 14 Marzo 2018 di Paola Treppo
Pieve di Rosa a Camino al Tagliamento

CAMINO AL TAGLIAMENTO (Udine) - Dopo anni di restauro, torna al suo antico splendore la Pieve di Rosa a Camino al Tagliamento, una chiesa che ha subito disastrose alluvioni, danni per le invasioni barbariche e spoliazioni, tra cui quella napoleonica che la privò di quasi tutta l’oreficeria sacra. La chiesa fu anche vittima di incendi, furti e di vendite del patrimonio. 

Al bivio tra due strade romane
«La storia dell’area su cui oggi sorge l’edificio sacro è molto antica - spiega il parroco, don Maurizio Zenarola -. La Pieve si trovava vicino a un importante bivio formato da due strade romane: la Crescenzia, che da Latisana passava per Belgrado, Pieve e Codroipo, e la Flaminia, o Augusta, che da Concordia passava per Sesto, Pieve e Codroipo. Trovandosi sulla biforcazione del Tagliamento, Pieve di Rosa si rivelò uno dei luoghi più adatti alla realizzazione di un guado per l’attraversamento del fiume».

L'antico ricovero per i pellegrini
Gli studiosi ritengono che la chiesa abbia assunto il titolo di Pieve, cioè di chiesa battesimale con propria diocesi, nel VIII secolo, dopo una donazione longobarda che risale al 762 dopo Cristo; i possedimenti che si trovavano tra i fiumi Livenza e Tagliamento furono donati all’abbazia di Sesto al Reghena che promosse la fondazione di ospizi lungo le principali strade friulane. Vicino alla Pieve di Rosa si trovava infatti un ricovero per i pellegrini che in questo punto oltrepassavano il Tagliamento per proseguire alla volta di Concordia e di altri centri religiosi. 

Tra boschi e paludi 
l piccolo insediamento di Pieve si è sviluppato attorno alla chiesa, la prima eretta in questo territorio dai monaci di Sesto al Reghena. Anticamente il territorio era formato da boscaglia e paludi; la chiesa che si vede oggi è il risultato delle trasformazioni architettoniche subite tra la metà del 1600 e i primi del 1700. Per un lungo periodo è rimasta chiusa per lavori di restauro che interessato tutto l’interno: sono stati recuperati gli ex voto, gli altari, le grandi tele dipinte a olio e sono state pulite le parenti danneggiate dall’umidità. Per proteggere le parti di preziose e gli arredi sacri è stato installato un sistema di allarme. È stata rifatta, infine, la parte del fonte battesimale.

Le messe in primavera  
«Il recupero è di fatti ultimato - spiega don Maurizio -, manca solo il posizionamento di alcune parti del coro ligneo e altri dettagli minori. La Pieve non può essere utilizzata nei mesi della brutta stagione perché non ha il riscaldamento; resta comunque aperta per chi vuole fare una visita o per pregare. Le celebrazioni cominciano in primavera. Se le condizioni meteo ce lo permetteranno ci riuniremo per Pasqua».

Tra le opere d'arte più importanti ci sono la pala di San Antonio, di Lucilio Candido, del 1676, quella dell’altare delle Anime, del 1684, e la pala di San Gottardo.

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