Infermieri, la mannaia della Regione negli ospedali: rischi chiusure e appalti

Lunedì 4 Febbraio 2019
Infermieri, la mannaia della Regione negli ospedali: rischi chiusure e appalti
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UDINE - Sono preoccupati, e tanto, per i tagli annunciati nel settore dove lavorano, costretti già a fare i conti con personale spesso ridotto all'osso. E arrabbiati perchè la loro richiesta urgente di un incontro con l'assessore regionale Riccardo Riccardi non è stata ancora accolta. Ora tocca ai presidenti degli Ordini degli infermieri regionali, (Luciano Clarizia per quanto riguarda Pordenone, Gloria Giuricin per Gorizia, Flavio Paoletti per Trieste e Stefano Giglio per Udine) esternare la loro rabbia e i loro timori in una nota congiunta che parla chiaro e non lascia spazio a interpretazioni: «Reputiamo eccessiva la riduzione sulla spesa del personale applicato alle aziende sanitarie».

L'ALLARME Ma il rischio tagli accomuna purtroppo l'intera regione, come sottolineano i presidenti dell'Opi: «L'impossibilità di assumere personale e l'imminente scadenza dei contratti a tempo determinato, che non potranno essere rinnovati, costringerà le Aziende sanitarie a rivedere i servizi oggi erogati. Cosa che farà calare la qualità e metterà ancora una volta i cittadini bisognosi di assistenza e cura in difficoltà. Il taglio al personale - l'allarme - oltre a possibili chiusure, potrebbe costringere le Aziende a esternalizzare alcuni servizi, alcuni reparti, dove ora lavorano operatori specializzati e formati che sarebbero sostituiti con personale neoassunto che dovrà acquisire competenze che necessitano anni di esperienza».

L'ASSESSORE ASSENTE Un'altra denuncia del Coordinamento degli Ordini degli infermieri riguarda una richiesta ad oggi inascoltata. «Da tempo chiediamo un incontro all'assessore regionale alla Sanità Riccardo Riccardi - scrivono - per confrontarsi sul futuro della sanità regionale ed esprimere le preoccupazioni sopra esposte. Ma ad oggi non ho ricevuto alcun riscontro». 

LA DENUNCIA «Il mancato ascolto dei rappresentanti degli operatori (mille in Fvg) è a nostro avviso fatto grave e preoccupante - denunciano -. Da sempre gli Ordini degli infermieri hanno dimostrato volontà di collaborazione all'assessorato e messo a disposizione di questo, conoscenze e competenze nell'assistenza sanitaria. Proprio per questo chiediamo con forza di essere coinvolti attivamente nei programmi di riorganizzazione del servizio sanitario regionale, per portare le giuste indicazioni, consentendo agli infermieri di applicare correttamente i processi assistenziali».

L'APPELLO Inaccettabile, dunque, essere esclusi da un processo che comunque la si voglia pensare, li vede protagonisti. Primi attori di una sanità che dovrebbe mettere al centro il paziente, la persona. «Agli infermieri da sempre è stato chiesto di adattarsi a nuove modalità operative - affermano i presidenti dell'Opi -, spesso dettate da aspetti non collegati ai bisogni di salute. Ora il coordinamento dell'Opi chiede di essere protagonista attico di questi processi di cambiamento che poi dovrà mettere in atto nelle attività quotidiane». «Siamo convinti - concludono - che ad ogni professione spetta la propria parte e che tutti siamo chiamati a condividere le problematiche della sanità regionale, trovando nuovi modelli organizzativi e modalità gestionali per offrire al cittadino i migliori standard assistenziali».
 
Ultimo aggiornamento: 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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