Oderzo. «Unabomber era lì e ha scelto noi bimbi». Il ricordo di Francesca

Sabato 15 Ottobre 2022 di Annalisa Fregonese
Francesca Girardi ricostruisce su Raidue quello che le accadde nel 2003
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ODERZO - «Unabomber era lì, ci ha visti, ci ha scelti. Ci ha guardati sorridendo». Così Francesca Girardi, alle telecamere di Rai2, ha raccontato la terribile esperienza vissuta sul greto del Piave il 25 aprile 2003. Nello scoppio dell’evidenziatore giallo, trasformato in ordigno da Unabomber, quella che era una bambina di 9 anni perde l’occhio destro e la mano destra. Ha dovuto sottoporsi a delicati interventi chirurgici per salvare l’occhio sinistro nel quale era rimasta una scheggia. Oggi Francesca di anni ne ha 28, non vive più ad Oderzo. È una giovane donna dal sorriso splendido, che definisce «la mia arma ed il mio scudo».

Giovedì in prima serata Rai2 ha trasmesso un ampio, documentato reportage su Unabomber ed i suoi crimini. Una co-produzione Rai Documentari e Verve Media Company, diretta da Alessandro Galluzzi. A parlare le vittime: da Nadia Ros di Cordignano, rimasta ferita dallo scoppio di un tubetto di pomodoro acquistato al supermercato, a Francesca. All’epoca era una bimba di soli 9 anni, è una delle persone che hanno riportato i traumi maggiori.

LA RICOSTRUZIONE

Francesca ha accettato di tornare sul Piave, sotto i piloni a Ponte di Piave, dove quel mattino del 25 aprile era andata con la mamma Jesus Pereira, la sorellina Veronica e Marco, un amichetto, per trascorrere una bella giornata. Grigliata, fare un bagno nel fiume, godersi il sole di primavera, questo era il programma. Scardinato dall’ordigno nascosto in un evidenziatore giallo. Secondo la ricostruzione fatta da Francesca, Unabomber quel giorno era là. All’epoca la mamma Jesus l’aveva detto: quando Marco e Francesca giocarono per la prima volta sotto al pilone, l’evidenziatore non c’era. «Ci stavamo rincorrendo, mamma era un po’ più in là. Ad un certo punto mi è venuta fame e mi allontano un attimo per andare a prendermi del cioccolato, dei dolcetti. Quando siamo tornati vediamo questo evidenziatore giallo. Sono sicura al 100% che prima non c’era - è il racconto in trasmissione - Lo notiamo, entrambi urliamo in contemporanea: un evidenziatore! E facciamo una gara per chi lo prende per primo. Come si può immaginare la persona che vince sono io, è l’unica gara nella mia vita che ho vinto. Volevo prendere l’evidenziatore per scrivere “ciao” sul cemento e mentre mi sto chinando per raccogliere l’evidenziatore mi rendo conto che poco più distante c’è questo uomo che ci sta guardando, ci sta sorridendo. Unabomber era lì, ci ha visti, ci ha scelti».

L’ESPLOSIONE

Il ricordo di quello che segue è da brividi: «A questo punto io mi chino, faccio per aprirlo, vedo tutto quanto nero per qualche istante, rimango paralizzata e dopo piano piano riacquisto la vista, mi rialzo, il mio primo pensiero è stata la mamma. Sto camminando e vedo quello che è rimasto della mia mano, vedo le mie ossa, vedo i brandelli di carne che stanno cadendo, vedo il sangue, e man mano che cammino mi rendo conto che ci sono dei sassolini che stanno diventando rossi. Mia mamma ha avuto non so come una forza ed una freddezza per riuscire a fermare l’emorragia che era in corso. Mi prende in braccio, prende un asciugamano e me lo avvolge strettissimo intorno alla mano. A quel punto sento una signora che urla a squarciagola “sta morendo, sta morendo dissanguata”. Mi sono spaventata molto, ho guardato mia mamma che mi abbracciava e mi diceva “Francesca non ti preoccupare, non stai morendo”». Il resto è cronaca. Anita Buosi, Greta Momesso sono le altre due vittime trevigiane. Unabomber non è mai stato preso.

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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