Treviso. Baby vandali in azione a Santa Bona: calci alle pensiline dei bus e aggressioni a chi cercava di fermarli

I giovanissimi tra 12 e 14 anni sono stati identificati e denunciati

Martedì 28 Novembre 2023 di Maria Elena Pattaro
(foto d'archivio)

TREVISO - Sempre più piccoli e sempre più sfrontati. Spaccano le pensiline degli autobus, importunano i passanti, accerchiano e minacciano chi osa sgridarli. Sono i baby vandali che da qualche settimana scorrazzano nel quartiere di Santa Bona. Sono una decina di ragazzini di seconda e terza media e di prima superiore, sia trevigiani che italiani di seconda generazione. I più piccoli hanno 12 anni ma quando agiscono in gruppo si sentono invincibili. Al punto da accerchiare, giovedì sera in viale Europa, un giovane che aveva cercato di fermarli. Ci è mancato davvero poco che lo aggredissero: se non lo hanno fatto è solo perchè lui ha minacciato di chiamare le forze dell’ordine nel frattempo sono transitati altri passanti. La polizia, a cui erano arrivate parecchie segnalazioni, è finalmente riuscita a identificare la gang. E adesso scatteranno le denunce: i minori rischiano un procedimento penale per danneggiamenti. Non tutti però: alcuni sono talmente giovani da non essere perseguiti penalmente. Saranno le famiglie a risponderne e a ripagare i danni provocati all’arredo urbano.

Potrebbero esserci conseguenze anche a livello scolastico, come è già successo in passato per altri bulli che si erano resi protagonisti di episodi di violenza.


LE SCORRIBANDE
Il gruppo di teppisti spadroneggiava nel quartiere di Santa Bona ormai da settimane. Con le loro scorribande si erano spinti fino a ridosso delle mura. I loro bersagli preferiti erano le pensiline alle fermate degli autobus. Si divertivano a prenderle a calci e a fare a pezzi la cartellonistica. Ma all’occorrenza non disdegnavano nemmeno i bidoni dei rifiuti, calciati a mo’ di palloni. Pur di ingannare la noia e forse con l’illusione di sentirsi “grandi” si sono trasformati in vandali. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’episodio di giovedì sera. La gang si era radunata in viale Europa per uno degli ormai abituali raid vandalici. A turno i ragazzi sferravano calci alle pensiline in vetro: stavano facendo a gara a chi riusciva a sfondarle per primo. Quella raffica di colpi ha attirato l’attenzione di un passante. Il giovane ha deciso di non voltarsi dall’altra parte, ma di fermare quei ragazzini. «Fermi! Smettetela!» ha urlato, avvicinandosi alla banda. Evidentemente pensava che bastasse un rimprovero ad alta voce per farli desistere. Invece no. La gang, per tutta risposta, lo ha accerchiato. Sguardi truci, minacce. E il timore concreto che i baby vandali lo aggredissero. Fortunatamente ci hanno ripensato e sono scappati, mentre il giovane chiamava la polizia. 


DISAGIO GIOVANILE
L’intero gruppo è stato identificato. A fare specie è l’età dei “bulli”, in gran parte studenti delle medie. I più piccoli hanno appena 12 anni e rischiano di prendere una brutta piega. Le famiglie dove sono? Se la domanda sorge spontanea, la risposta fa riflettere: in molti casi si tratta di nuclei che stanno attraversando momenti di difficoltà. C’è chi ha un genitore in carcere, chi vive in una famiglia numerosa che fatica ad arrivare a fine mese. E poi c’è l’effetto branco, che spesso va a braccetto con l’esaltazione da social, usati come vetrine di certe bravate. Ancora una volta Treviso è alle prese con il disagio giovanile. Lo stesso che spinge le baby gang ad affrontarsi in centro, soprattutto di sabato pomeriggio, o ad aggredire i coetanei per qualche screzio nato fra i banchi di scuola. Lo stesso che porta alcuni studenti a bullizzare i compagni considerati diversi o fragili. La risposta, come hanno più volte ribadito le autorità cittadine, non può essere soltanto repressiva. Ma deve partire dall’educazione, in una rete sinergica che coinvolga famiglie, scuola, istituzioni e l’intera comunità.

Ultimo aggiornamento: 13:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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