Truffa criptovalute: più di 100 querele contro Nft. L'avvocato: «Bisogna agire in tempi brevi per non far decorrere i 90 giorni»

Sabato 24 Settembre 2022 di Maria Elena Pattaro
Truffa criptovalute, oltre cento querele contro Nft

TREVISO - Più di cento querele nei confronti della New Financial Technology NFT pronte a essere depositate dagli investitori che ritengono di essere stati truffati. Tanti sono i casi di cui si sta occupando il Codacons. Gran parte sono cittadini della Marca, ma ce ne sono anche nel resto della penisola: Torino, Milano, Modena e Roma. Tutti accomunati dalla preoccupazione di non vedersi restituire nemmeno un centesimo delle decine se non centinaia di migliaia di euro investiti in un sistema di arbitraggio sulle criptovalute che prometteva una rendita mensile del 10%. Ma c'è anche chi tergiversa, nella speranza che la società restituisca a breve il denaro investito, come continua a ribadire attraverso comunicazioni sporadiche. Il Codacons però, che giovedì pomeriggio ha organizzato una call con gli investitori, mette in guardia: «È una tattica per far decorrere i termini. C'è chi sta cercando di guadagnare tempo fornendo informazioni giuridiche errate» afferma l'avvocato Bruno Barbieri, vice presidente nazionale di Codacons.


IL RISCHIO
Il tempismo è cruciale, altrimenti le presunte vittime rischiano di non potersi costituire come parti civili nell'eventuale processo contro la Nft, fondata a Silea e i cui vertici sono sotto inchiesta. Christian Visentin è indagato dalle procure di Treviso e Pordenone per truffa aggravata ed esercizio abusivo dell'intermediazione finanziaria insieme ai due soci Mauro Rizzato ed Emanuele Giullini, all'ex direttore Mario Danese e ai due agenti Michele Marchi e Maurizio Sartor. «Da lunedì i nostri assistiti depositeranno le querele alle forze di polizia - assicura il vicepresidente Bruno Barbieri - Bisogna agire in tempi brevi per non far decorrere i 90 giorni. Di questo è però consapevole anche chi teme che le indagini smascherino agenti o broker che esercitano la l'attività abusivamente, senza i titoli e le autorizzazioni richieste.

Per questo contattano gli investitori e, insieme ad altre figure, forniscono informazioni giuridiche errate tentando di convincerli a non tutelare i loro diritti». Come? Con la promessa di rimborsi futuri. «Nessuno però spiega agli investitori che se le somme restituite vengono identificate come profitto di reato allora potrebbero essere sequestrate».


LE SANZIONI
C'è poi un altro rischio, a non denunciare i presunti truffatori: quello di essere sanzionati e multati per non aver dichiarato l'esportazione di denaro all'estero, attraverso gli investimenti. «Molti degli investitori dicono di non essere stati informati né dai broker né dagli agenti della Nft della necessità di dichiarare nella denuncia dei redditi l'esportazione di denaro all'estero, come è di fatto avvenuto attraverso gli investimenti». Le indagini della guardia di finanza, intanto, proseguono. Due settimane fa Visentin, per il tramite del suo avvocato Paolo Gianatti, si era detto pronto a mettersi «a disposizione dell'autorità giudiziaria per l'esatta costruzione dei fatti e per ogni esigenza di chiarimento». Ma su dove si trovi ora la mente della società e su come intenda mettersi a disposizione il legale mantiene la linea del «no comment».

 

Ultimo aggiornamento: 12:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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