Truffa criptovalute, assemblea con gli investitori: «Non si può più attendere, le indagini vanno fatte subito»

Lunedì 22 Agosto 2022
Gli investitori che si sentono raggirati ieri all'assemblea convocata dal Codacons all'Hotel Continental

TREVISO Si sono presentati in una ventina. Un po’ curiosi, un po’ spaventati, un po’ speranzosi. Tutti accomunati dalla brutta avventura di aver investito nelle criptovalute fidandosi della New Financial Technology (Nft), società nata a Silea ed emigrata a Londra, che prometteva rendite sicure del 10% al mese. Per poi disattendere le promesse senza restituire i capitali. Ieri un piccolissimo gruppetto di investitori truffati ha accolto l’appello del Codacons e si è presentato all’hotel Continental per parlare con Bruno Barbieri, vicepresidente nazionale dell’associazione. E ha appreso una prima notizia: oggi Barbieri è stata convocato dalla Guardia di Finanza che sta conducendo le indagini sulla società anglo/trevigiana finita nella bufera. «Mi hanno convocato probabilmente per coordinare il tipo di attività che i Codacons sono chiamati a fare i casi come questi».

Per la precisione: raccogliere materiale utile per arrivare a formulare denunce efficaci. «La prima cosa da fare è recuperare tutta la documentazione - dice Barbieri - estratti conto del proprio conto corrente, i bonifici fatti, oppure segnalare le persone che hanno chiesto se si era in qualche modo interessati a fare questo tipo di investimento. È fondamentale fare una denuncia/querela allegando questo tipo di documentazione. Una denuncia/querela standard non serve assolutamente a nulla agli inquirenti».

 
I CONSIGLI

Barbieri ha quindi distribuito i moduli da portare in tribunale per “nomina di persona offesa”, atto fondamentale per richiedere i documenti necessari poi a presentare la denuncia vera e propria: «In questa fase, fondamentale, il Codancons dà assistenza gratuita a chi è interessato. Poi penseremo alle querele». Per Barbieri ci sono pochi dubbi che quella in atto sia una truffa: «Si parla sempre al condizionale. Ma non è che possiamo aspettare che qualcuno ci dica “abbiamo deciso di mettere sul banco i soldi spariti”. Se così sarà, noi saremo contenti. Non possiamo però attendere, le indagini vanno fatte subito». Anche perché i tre soci della Nft non sono facilmente raggiungibili, alcuni documenti sono già spariti e la tensione cresce.


LE STORIE

La ventina di investitori presenti, sempre più convinti di essere stati truffati, ha fatto tante domande e qualche ammissione. «Sono consapevole che, probabilmente, non vedrò più i miei soldi - dice una signora che ammette di aver accettato gli investimenti di Nft a giugno - ma almeno vorrei recuperare il capitale iniziale frutto del mio lavoro». Ma sono emersi anche aspetti ancora poco noti: «A un certo punto - spiega un ragazzo - ci hanno fatto firmare un contratto con una società subentrante, che ci avrebbe pagato gli interessi. Ha sede in Romania». Barbieri è sembrato molto interessato a questo dettaglio, fino a oggi mai emerso. E ha chiesto di allegare anche questo contratto a tutta la documentazione. Ma oltre alla società romena, è spuntato fuori che i bonifici iniziali dovevano essere fatti a una piattaforma specializzata lituana da cui sarebbero poi partiti gli investimenti veri e propri. Altre carte da richiedere e allegare: «La Lituania sarà lontana, ma fa sempre parte dell’Europa - ha rassicurato Barbieri - chiederemo la documentazione anche a loro». I contorni del caso si stanno allargando. Il Codacons stima che siano seimilia le persone coinvolte e oltre 100 i milioni raccolti. Quanto basta per giustificare le ipotesi di truffa aggravata ed esercizio abusivo dell’attività di intermediazione finanziaria. A settembre un analogo appuntamento verrà replicato anche a Pordenone, altra territorio dove la Nft ha pescato a piene mani con centinaia di investitori ora in ansia. Barbieri poi avvisa: «Se queste persone vi invitano a proseguire con gli investimenti, tagliate tutti i ponti. Non fidatevi».

Ultimo aggiornamento: 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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