«Incrocio tra gorilla e rottweiler»: l'offesa razzista costa la squalifica al mister

Venerdì 14 Ottobre 2022 di Michele Miriade
Il camerunense Joseph Marie Minala

SPRESIANO - Stavolta la “discriminazione” è corsa via web, su Facebook, e la frase “E’ un incrocio tra un gorilla e un rottweiler” rivolto al calciatore camerunese Joseph Marie Minala, costa 40 giorni di squalifica a Paolo Caramel, inflitti dal Tribunale federale della Figc del Veneto, a seguito del deferimento della Procura federale. «Ma io - ribatte subito l’interessato - non volevo certamente indirizzare un insulto al calciatore». I fatti risalgono al 26 agosto 2019 quando sulla pagina Facebook “Calciatori brutti” fu postato, con il nikname Paolo Paul, un messaggio di auguri “Oggi compie gli anni Joseph Minala. Scegliete voi quanti” postando l’espressione “E’ un incrocio tra un gorilla e un rottweiler”. A seguito delle indagini della Procura Federale il nikname era stato riconducibile appunto a Paolo Caramel all’epoca dei fatti dirigente allenatore alle giovanili dell’Indomita Treviso. Per tale offesa al calciatore Joseph Minala, centrocampista del ‘96 allora alla Lazio, ex Salernitana e Bari, ed ora all’Olbia, il Tribunale federale del Veneto, su richiesta della Procura, ha inflitto appunto 40 giorni di squalifica a Caramel grazie all’accordo poiché erano stati chiesti due mesi di squalifica.

LA DIFESA

«La mia non era un’offesa razzista rivolta a Minala, afferma Caramel, ma voler esaltare il suo fisico come giocatore, la sua aggressività, non certamente un insulto razzista. Avrei usato altri termini. Mi spiace di tutto questo e tra l’altro ho patteggiato con la Procura per chiudere la questione, e non fare poi ricorso, di questo fatto che risale a tre anni addietro. Tra l’altro in quel periodo di agosto non ero tesserato per nessuna società, ero un libero cittadino. Ed ora mi trovo squalificato come allenatore». In effetti ora Paolo Caramel è allenatore, responsabile dell’attività di base del Ponzano, stimato da dirigenti e colleghi. «Razzista proprio non sono, alleno da sempre ragazzi di colore, di vari etnie, il rapporto è vero, anzi mi capita anche di andare a prendere a casa qualche ragazzo perché magari non ha la possibilità del trasporto per venire agli allenamenti». Su come sia partita la segnalazione della frase su Facebook che ha portato a “scendere in campo” la Procura della Figc, Caramel non ha dubbi: «Il tutto è partito dall’agenzia che cura l’immagine del calciatore. Lui manco sapeva di tutto ciò, e tra l’altro Minala sul suo profilo Instagram, vicino alla sua foto, ha le i simboli di un pallone e di un gorilla. Nessuna offesa da parte mia ma voler esaltare la fisicità e la volontà del calciatore».  

Ultimo aggiornamento: 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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