Toyota, la svolta-idrogeno passa dal Nordest

Mercoledì 2 Ottobre 2019
Mauro Caruccio ed Luigi Brugnaro
La strategia green di Toyota passa anche dal Nordest. La casa giapponese a inizio settembre ha siglato un accordo con la città di Venezia ed Eni per la realizzazione di una stazione ad idrogeno nell'area di Mestre (la zona precisa verrà individuata a breve). Sarà la terza in Italia, dopo una a Bolzano e una di prossima apertura a Milano. «L'idrogeno - spiega Mauro Caruccio, amministratore delegato di Toyota Italia - è una della due soluzioni ad emissioni zero, insieme all'elettrico a batteria, su cui puntiamo: le due tecnologie, dal nostro punto di vista, sono complementari e non antagoniste. Inizieremo già da quest'anno la commercializzazione della nostre vetture a idrogeno Mirai. In giapponese il nome significa futuro. La nostra prima auto elettrificata, la Prius, aveva un nome latino. Ora avviene una sorta di passaggio di testimone con una vettura che dallo scarico emette solo vapore acqueo. Se poi l'idrogeno viene prodotto da energie rinnovabili, il ciclo ad emissioni zero è completo».
Il manager recentemente ha tenuto a battesimo per l'inaugurazione del nuovo show-room Lexus (marchio di alta gamma del gruppo) della concessionaria Nordauto a Treviso. Il costruttore nipponico ha venduto oltre 14 milioni di veicoli elettrificati, di cui circa 280mila in Italia, affermandosi come leader del sistema ibrido.
Proseguirà su questa strada?
«La Prius è del 1997, quando in Italia si parlava di euro 2. Il grande sogno era quello di realizzare l'auto del ventunesimo secolo, consapevoli che i problemi ambientali ed energetici si sarebbero acuiti nel corso del tempo e abbiamo perseguito quel percorso con grande determinazione. A distanza di più di vent'anni, la progressiva elettrificazioni dei sistemi di trazione rappresenta, secondo noi, l'unica soluzione verso una mobilità a zero emissioni. Ci vorranno ancora degli anni, ma quella è la strada».
A che punto siamo?
«Il gruppo ha l'obiettivo di vendere, nel 2025, 5,5 milioni di veicoli elettrificati su scala globale, di cui un milione ad emissioni zero. La diffusione dipenderà da molti aspetti: alcuni strettamente legati al mondo dell'auto, in primo luogo lo sviluppo della tecnologia e delle batterie, ma molti altri legati a fattori esterni, come il reddito pro capite dei cittadini o le condizioni di finanza pubblica dei paesi. La nostra strategia è offrire soluzioni elettrificate per tutti: già oggi la nostra gamma comprende modelli per tutte le disponibilità economiche».
In Italia, una rete di colonnine di ricarica ancora poco estesa rischia di frenare questo sviluppo?
«Per Toyota non è un problema. Infatti gli ibridi, a differenza di altre soluzioni elettrificate non richiedono un'infrastruttura dedicata di ricarica: si fa un rifornimento tradizionale, poi è il sistema a ricaricare durante la marcia con il motore termico, ma anche e soprattutto recuperando l'energia in frenata. E comunque la componente elettrica è in grado di far viaggiare il veicolo fino al 50% in modalità zero emissioni nei tratti urbani e di ridurre gli inquinati Nox del 90% rispetto ai limiti previsti per l'omologazione».
Che ruolo riveste il Triveneto nella strategia di Toyota?
«Ha sempre rivestito un ruolo importante. Qui i nostri prodotti hanno sempre incontrato il favore delle domanda e continuato a crescere in termini di penetrazione e di apprezzamento della clientela, sia privata che parchi auto aziendali».
Mattia Zanardo
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Ultimo aggiornamento: 17:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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