SUSEGANA - Caos Superbonus edilizi in provincia di Treviso. Tra i cantieri ormai fermi per i rincari delle bollette e dei costi per le materie prime e i problemi burocratici nelle procedure per la cessione del credito, adesso un'ulteriore stallo in danno dei committenti arriva a causa dalla mancata restituzione delle caparre versate. Una situazione grave quella rappresentata dall'associazione a difesa dei consumatori Adico, subissata in queste settimane dalle richieste di clienti. Decine le segnalazioni arrivate nelle ultime settimane dalle province di Treviso, Padova e Venezia, tanto che persino la trasmissione televisiva di Striscia la Notizia se ne è occupata. In questo caso al centro dell'attenzione è finita l'azienda Sostenibility srl di Ponte della Priula che, insieme alla Invent srl, oggetto delle molteplici pratiche aperte da Adico sul fronte delle ristrutturazioni legate Superbonus 110%.
IL NODO
Le polemiche, infatti, scaturiscono dal fatto che ditte come la Sostenibility tratterrebbero illegittimamente le caparre versate dai propri clienti.
I RITARDI
Si tratta quindi di una situazione di disagio economico che nascerebbe da fenomeni inflattivi gravemente pregiudizievoli e dalla difficoltà di approvvigionamento della materie prime che stanno producendo l'aumento dei prezzi praticati dai fornitori e a ciò bisogna aggiungere l'esorbitante rincaro dei costi energetici. Insomma, per la ditta tali circostanze non solo hanno reso ingestibile la situazione dei cantieri, con interruzione o mancato avvio dei lavori, ma ha altresì determinato un evidente squilibrio nel rapporto contrattuale. A rendere ancora più critico lo scenario, si aggiunge la situazione del mercato creditizio, a oggi in grave flessione. Per questo Adico ha scritto a Sostenibility spiegando la posizione dei propri soci. Ditta che nel frattempo si è sostanzialmente resa telefonicamente irreperibile, motivo per il quale non è stato possibile avere una replica per tempo. «Chiaro è che non può essere il committente a pagare le eventuali storture del mercato - continua Garofolini - Eppure sembra questa la linea seguita anche in altri settori, come quello sanitario, con ambulatori che addebitano nella fattura delle visite i costi dell'energia, tanto che il rapporto di fiducia fra l'azienda e il cittadino è venuto a mancare. In ogni caso, nelle nostre diffide chiediamo in prima battuta che i lavori vengano completati senza alcun aggravio per il committente che rischia un gravissimo pregiudizio economico nel caso in cui la ristrutturazione non venga portata a termine».