Superbonus, lavori fermi e caos sulla restituzione delle caparre: «Ridateci i nostri soldi»

Martedì 1 Novembre 2022 di Brando Fioravanzi
Superbonus, lavori fermi e caos sulla restituzione delle caparre: «Ridateci i nostri soldi»

SUSEGANA - Caos Superbonus edilizi in provincia di Treviso. Tra i cantieri ormai fermi per i rincari delle bollette e dei costi per le materie prime e i problemi burocratici nelle procedure per la cessione del credito, adesso un'ulteriore stallo in danno dei committenti arriva a causa dalla mancata restituzione delle caparre versate. Una situazione grave quella rappresentata dall'associazione a difesa dei consumatori Adico, subissata in queste settimane dalle richieste di clienti. Decine le segnalazioni arrivate nelle ultime settimane dalle province di Treviso, Padova e Venezia, tanto che persino la trasmissione televisiva di Striscia la Notizia se ne è occupata. In questo caso al centro dell'attenzione è finita l'azienda Sostenibility srl di Ponte della Priula che, insieme alla Invent srl, oggetto delle molteplici pratiche aperte da Adico sul fronte delle ristrutturazioni legate Superbonus 110%.


IL NODO
Le polemiche, infatti, scaturiscono dal fatto che ditte come la Sostenibility tratterrebbero illegittimamente le caparre versate dai propri clienti.

Nel caso specifico fino a 5 mila euro, in media il doppio rispetto agli acconti fissati da altre aziende del settore. Da qui nascono le ultime nove segnalazioni ricevute da Adico, di cui una da Roncade, una da Paese, una da Farra di Soligo, una da Mestre, una da Martellago e due da Selvazzano, oltre a due da Fiume Veneto. «In poche settimane abbiamo accolto la richiesta di assistenza di diversi committenti che denunciano il comportamento della ditta e richiedono l'immediata restituzione delle caparre commenta il presidente dell'associazione, Carlo Garofolini - Come purtroppo successo con molte altre aziende, i cittadini che si sono rivolti a questa ditta ora sono disperati. Hanno pagato 5mila euro come caparra confirmatoria che doveva essere restituita con l'effettiva cessione del credito, ma ora, sedotti e abbandonati per questioni imprevedibili e indipendenti dalla nostra volontà, stanno invece ricevendo una lettera che di fatto annuncia lo stop del cantiere senza però specificare se i soldi verranno restituiti. Stiamo parlando di cifre di certo non irrisorie». La comunicazione lascia comunque intendere margini di manovra, ma non nei medesimi termini e condizioni a suo tempo pattuiti.


I RITARDI
Si tratta quindi di una situazione di disagio economico che nascerebbe da fenomeni inflattivi gravemente pregiudizievoli e dalla difficoltà di approvvigionamento della materie prime che stanno producendo l'aumento dei prezzi praticati dai fornitori e a ciò bisogna aggiungere l'esorbitante rincaro dei costi energetici. Insomma, per la ditta tali circostanze non solo hanno reso ingestibile la situazione dei cantieri, con interruzione o mancato avvio dei lavori, ma ha altresì determinato un evidente squilibrio nel rapporto contrattuale. A rendere ancora più critico lo scenario, si aggiunge la situazione del mercato creditizio, a oggi in grave flessione. Per questo Adico ha scritto a Sostenibility spiegando la posizione dei propri soci. Ditta che nel frattempo si è sostanzialmente resa telefonicamente irreperibile, motivo per il quale non è stato possibile avere una replica per tempo. «Chiaro è che non può essere il committente a pagare le eventuali storture del mercato - continua Garofolini - Eppure sembra questa la linea seguita anche in altri settori, come quello sanitario, con ambulatori che addebitano nella fattura delle visite i costi dell'energia, tanto che il rapporto di fiducia fra l'azienda e il cittadino è venuto a mancare. In ogni caso, nelle nostre diffide chiediamo in prima battuta che i lavori vengano completati senza alcun aggravio per il committente che rischia un gravissimo pregiudizio economico nel caso in cui la ristrutturazione non venga portata a termine».

Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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