Strade, cantieri al palo: manutenzioni dimezzate, «ci costano il doppio»

Sabato 16 Aprile 2022 di Mauro Favaro
Strade, cantieri al palo: manutenzioni dimezzate

TREVISO - Manutenzioni stradali dimezzate a Treviso.

Così come nel resto della Marca. Gli aumenti per le materie prime, l'energia e il carburante hanno fatto raddoppiare i costi. Sulla carta gli interventi oggi sono tutt'altro che convenienti. Ma Comuni e Provincia non possono sospendere tutti i lavori di sistemazione. Ne va della sicurezza dei cittadini. Così si scatta il contingentamento. A partire dalle riasfaltature: verranno eseguite solo quelle considerate indispensabili. In altre parole, non tutte le buche sulle strade potranno essere coperte. E poi i progetti finanziato con i fondi del Pnrr: gli aumenti rendono insufficienti le risorse in arrivato. E dalla Marca parte l'appello al Governo, firmato da associazioni di categoria, sindacati ed enti pubblici, per chiedere di rivederne i parametri. Il primo problema sono le manutenzioni. «Tenendo fermo l'importo annuale, procedere oggi con le manutenzioni stradali vuol dire realizzare metà intervento. Questo perché i costi sono lievitati spiega Mario Conte, sindaco di Treviso un buon padre di famiglia non farebbe investimenti del genere. Ma come Comune stiamo facendo delle valutazioni per intervenire nelle situazioni più critiche, dato che la necessità dei cittadini è comunque quella di veder risolti i problemi di sicurezza stradale. Ora valuteremo di volta in volta se le cose saranno convenienti aggiunge sappiamo che fermare la catena delle manutenzioni vorrebbe dire fermare anche le aziende che lavorano, contribuendo alla paralisi del sistema. Ma è altrettanto vero che c'è un limite di non convenienza che noi amministratori non possiamo superare».


IL COMMENTO


Vale anche per la Provincia, che ogni anno investe complessivamente più di 5 milioni per curare i 1.200 chilometri di strade provinciali della Marca. «Le manutenzioni verranno tarate sui fondi a disposizione allarga le braccia il presidente Stefano Marcon siamo tutti sulla stessa barca». La spada di Damocle pende pure sul piano da quasi 13 milioni per mettere in sicurezza 11 ponti nel trevigiano. A Padova le aziende hanno già comunicato alla Provincia che bloccheranno le riasfaltature su 1.180 chilometri di strade provinciali. «Perché non ci stanno più dentro dice il presidente Fabio Bui la speculazione ha fatto raddoppiare il costo del bitume, da 300 a 600 euro a tonnellata». A Quinto, ad esempio, il Comune è chiamato ad affrontare un aumento del 30% per ultimare la nuova rotatoria sulla Noalese, che all'inizio valeva 700mila euro. Così rischia di bloccarsi tutto. «È sempre più difficile sottoscrivere contratti perché proprio a causa dell'impennata dei costi le aziende si ritrovano con quadri economici non più sostenibili», evidenzia Conte.


I PROBLEMI


Il problema riguarda i lavori in corso. Ma anche quelli che dovrebbero essere finanziati con il Pnrr. Dagli enti della Marca sono arrivate richieste per mezzo miliardo di euro. Solo la Provincia ha messo in conto quasi 100 milioni per sistemare gli edifici delle scuole superiori. Qui, però, i costi sono già aumentati di oltre il 25%. «Di conseguenza per far partire questi lavori servono tra i 25 e i 30 milioni in più», sottolinea Marcon. Soldi che al momento non ci sono. E i finanziamenti riguardano progetti specifici: non si possono spostare o sommare per fare almeno un'opera anziché due. Sono a rischio grandi progetti come la ristrutturazione delle ex Poste per l'ampliamento del liceo artistico a Treviso. Ma anche il piano per installare impianti fotovoltaici su 18 scuole superiori, a Treviso tra Fermi, Giorgi, Mazzotti e Da Vinci, a Castelfranco tra Martini, Giorgione, Galilei e Rosselli e così via.


LE PROPOSTE


Alla luce di tutto questo ieri la Provincia, le associazioni di categoria e i sindacati hanno formalmente sottoscritto una serie di proposte, targate Upi, da inviare al governo per scongiurare il dramma del blocco totale dei cantieri. Si chiede la revisione del Pnrr, individuando delle priorità, più soldi per coprire l'aumento dei costi e la possibilità di rivedere i prezzi introducendo un nuovo sistema per l'adeguamento automatico per quanto riguarda i materiali per l'edilizia, fissando di pari passo dei prezzi calmierati per i materiali che hanno invece visto lievitare i costi per colpa della speculazione. Si chiede poi il taglio dell'Iva, magari dal 22 al 4%, visto l'extra-gettito garantito dagli stessi lavori e il via libera all'investimento delle risorse che restano dopo i ribassi. L'assessore regionale Francesco Calzavara ha annunciato che le richieste verranno timbrate anche dalla Regione. Poi si attenderà l'intervento del governo.

Ultimo aggiornamento: 13:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci