Dal tonno al sapone: la spesa costa il 10% con rincari fino al 60% per detersivi e shampoo

Domenica 19 Novembre 2023 di Mauro Favaro
Dal tonno al sapone: la spesa costa il 10% con rincari fino al 60% per detersivi e shampoo

TREVISO - Il prezzo di detersivi e shampoo è salito alle stelle. Fino a oltre il 60%. E non si tratta di un caso isolato. Gli aumenti della Marca continuano a essere diffusi, come conferma l’Osservatorio prezzi e tariffe del ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’estate non ha ridotto la corsa al rialzo del carrello della spesa. Anzi. Oltre all’aumento delle tariffe di biglietti e abbonamenti degli autobus e delle corriere della Mom, a partire dal +33% per il ticket urbano, i trevigiani devono fare i conti con i prezzi di una serie di prodotti che solo dallo scorso maggio sono lievitati di oltre il 10%. Vale per il detersivo per la lavatrice (+24,2%) così come per l’olio extravergine di oliva (+10,5%). Anche il prezzo dello spumante è salito del 10,3%. E non si salvano neppure i pasti più semplici.

GLI AUMENTI

Una scatoletta di tonno, ad esempio, costa quasi il 9% in più rispetto a quattro mesi fa.

Per un pasto al fast food bisogna pagare in media il 10% in più. E anche il prezzo del panino al bar è lievitato dell’8,8%. Per non parlare dei carburanti, arrivati a registrare aumenti di oltre il 12,5% rispetto all’inizio dell’estate. Andiamo con ordine.

IL PANIERE

Il caso più eclatante è quello dello shampoo. A maggio la quotazione media nella Marca per un flacone da 250 millilitri era pari a 5,81 euro. A settembre è salita a 9,43 euro. Un balzo senza precedenti. È vero che si possono trovare prodotti per la cura della persona più economici. Ma qui stiamo parlando di media. Di conseguenza, in proporzione, gli aumenti coinvolgono tutte le fasce di prezzo.

TRASPORTI

Il portale del ministero ha registrato anche l’aumento del biglietto urbano deciso dalla Mom: da 1,5 a 2 euro. E l’incremento delle tariffe per il servizio di raccolta differenziata: partendo da una base di cento metri quadrati, si è passati da 170 a 181 euro (+6,44%). Per un litro di detersivo per lavatrice servono 50 centesimi in più, sempre in media, rispetto ai 2 euro di maggio. Un litro di olio extravergine di oliva è passato da quasi 6,87 euro a quasi 7,60 euro. Ed è aumentato di oltre 1 euro anche il costo medio di un chilo di tonno in scatola: da 14,30 a 15,56 euro. Non basta. Il conto finale che viene battuto alla cassa si appesantisce ulteriormente. Il prezzo di una confezione di pancetta da un chilo, per prendere un riferimento, è lievitato da meno di 17 euro a quasi 19,90 euro (+17,2%). Si può fare a meno? La discussione è aperta.

LA VERDURA

Il punto è che costa di più pure un chilo di insalata in confezione: da 8,90 a quasi 9,40 euro (+5,4%). L’aumento degli spinaci surgelati è in scia. Seguito dallo stracchino o dalla crescenza (+4,57%). L’acqua minerale è aumentata di quasi il 3%. Come i bastoncini di pesce surgelati. Fortunatamente alcuni prezzi medi nello stesso lasso di tempo sono calati. Ma non basta per riequilibrare il piatto della bilancia. Il prezzo di un litro di candeggina, in particolare, è sceso del 26,7%. Quello dell’olio di semi di girasole del 15,8%. Mentre yogurt, passata di pomodoro e carta igienica hanno visto ribassi tra il 5 e il 6%. La speranza è che possa arrivare un aiuto dal Trimestre anti-inflazione lanciato il mese scorso dal governo, valido fino alla fine di dicembre. Sono 502 i punti vendita della Marca (56 nella città di Treviso), tra supermercati, negozi e farmacie, che hanno aderito all’iniziativa del “carrello della spesa tricolore”. Ogni punto vendita fa le proprie scelte, anche sulla composizione del paniere da scontare, ma a conti fatti per i beni considerati di largo consumo si va dal prezzo congelato a sforbiciate medie attorno al 10%.

LE DIFESE

Nel frattempo i cittadini si difendono dal caro-spesa come possono. Federconsumatori ha evidenziato che oggi si compera quasi il 5% di prodotti in meno. Il consumo di carne e pesce è calato di quasi il 17%. Parallelamente, le persone che scelgono di fare la spesa nei discount sono aumentate del 12%. Va da sé che in questo contesto non si perdono di vista le offerte: un cittadino su due si concentra sui prodotti prossimi alla scadenza. Con il rischio di non variare più gli alimenti come sarebbe opportuno. Non a caso l’Usl della Marca ha già lanciato un allarme: una famiglia su tre non arriva agilmente alla fine del mese e fatica a mangiare in modo sano, con tutto ciò che ne consegue sul piano della salute. 

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