Casolare degli orrori a Vedelago. Rapine punitive contro gay alla ricerca di sesso facile con dei ragazzini: otto le vittime delle gang

Sabato 2 Settembre 2023 di Maria Elena Pattaro
Casolare degli orrori a Vedelago. Rapine punitive contro gay alla ricerca di sesso facile con dei ragazzini: otto le vittime delle gang

VEDELAGO (TREVISO) - Rapine punitive nei confronti di uomini che cercavano sesso facile. La procura di Treviso ha chiuso le indagini sulla banda di “vendicatori”, composta da tre giovanissimi (di 15, 19 e 20 anni), arrestati in flagrante lo scorso febbraio. La gang in stile Arancia meccanica è accusata di aver sequestrato e rapinato 8 uomini, adescati in chat gay con la promessa di incontri erotici. Rapina aggravata, sequestro di persona, indebito utilizzo di carte di credito e porto di oggetti atti a offendere. Sono queste le pesantissime contestazioni mosse a carico dei due maggiorenni, per i quali il pm Barbara Sabattini si appresta a chiedere il rinvio a giudizio. Sul minorenne procede invece la procura dei Minori di Venezia. A squarciare il velo sull’operato della banda era stato il blitz dei carabinieri di Castelfranco nel casolare degli orrori, a Vedelago. Ai militari erano stati segnalati movimenti sospetti. Quel giorno la gang stava infierendo su un impiegato 50enne. L’uomo era immobilizzato a terra, nello scantinato, legato mani e piedi con il nastro adesivo che gli copriva anche la bocca. Respirava a fatica e aveva botte su tutto il corpo. Il 15enne, a volto coperto, era seduto sopra di lui. Il 18enne, lo minacciava col taser mentre il 19enne era stato fermato qualche minuto prima mentre si allontanava in bici con il bancomat della vittima, per andare a prelevare. 


LA SCIA DI SEQUESTRI
Il sospetto degli inquirenti era che quel sequestro non fosse il primo. Il piano era troppo dettagliato, troppo preciso: tutto lasciava intendere che fosse un copione già collaudato. Da qui la ricerca nelle banche dati di altri episodi simili e l’appello alle eventuali vittime di farsi avanti, garantendo tutta la delicatezza che le circostanze richiedevano. I riscontri non hanno tardato ad arrivare: altri sette i casi ricostruiti, messi a punto tutti con lo stesso copione, tra giugno del 2022 e febbraio del 2023. Ai danni di uomini tra i 40 e i 50 anni. Non tutti avevano denunciato le violenze, per vergogna. Soltanto due si erano presentati in caserma, dopo l’arresto della gang. Le altre cinque vittime erano state rintracciate invece ricostruendo i contatti social dei ragazzi. Rassicurati dai carabinieri, hanno avevano ripercorso l’incubo vissuto e che fino a quel momento non avevano raccontato a nessuno. «A un certo punto non ho più sentito la gamba» ha detto uno, raccontando delle scariche elettriche ricevute. «Ero terrorizzato» ha detto un altro. «Pensavo mi ammazzassero» aveva confidato invece il 50enne salvato dai militari il 18 giugno. Dopo le brutali rapine scattavano anche i ricatti, per garantirsi l’impunità: «Se ci denunci diciamo alla tua famiglia che fai sesso con i ragazzi». 


IL COPIONE
Tutti gli uomini sono stati attirati in luoghi isolati, all’inizio nelle campagne di Castelfranco e poi nel casolare di Vedelago. Il trattamento era lo stesso per tutti: minacciati con un coltello, legati mani e piedi, con la bocca tappata con lo scotch, picchiati e storditi con scariche elettriche dai tre aguzzini armati di taser, oltre che di lame e tirapugni. Tutto pur di farsi consegnare contanti e carte di credito e di estorcere i codici pin con cui prelevare dai conti. Le rapine nel complesso erano fruttate un bottino di circa 7mila euro: «Abbiamo fatto dei bei soldi» commentavano tra loro i tre complici nei messaggi che si scambiavano dopo i colpi.

Ma fare soldi non sarebbe stato l’obiettivo principale della banda di “giustizieri”, che a quanto pare si era data una missione vendicatoria: punire chi cerca in rete sesso facile, anche con minorenni. 

Ultimo aggiornamento: 09:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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