Plastica bruciata nel forno delle pizze: scatta il sequestro alla ”Nduja”

Mercoledì 7 Ottobre 2020 di Gabriele Zanchin
La "Nduja" a Villa d'Asolo dove è stato sequestrato il forno
6

ASOLO - Sequestro choc a Villa d’Asolo. Nello stesso forno utilizzato per cucinare le pizze, venivano bruciati anche rifiuti come bottiglie di plastica, lattine vuote e altri scarti. Un atto insensato e contrario, a parte qualunque altro tipo di considerazioni, anche ai più elementari principi di igiene. Non bastasse, i Nas hanno trovato 180 chilogrammi di alimenti in cattivo stato di conservazione. Quanto basta per far scattare il sequestro del forno e per formalizzare la denuncia a carico del titolare della pizzeria ”Nduja”, Gianfranco Mercuri, padovano  di Cittadella, completa di sanzioni pecuniarie.

L’ALLARME
L’allarme è scattato lunedì attorno a mezzogiorno dopo la segnalazione di un residente che lamentava la presenza di un forte odore di plastica bruciata all’interno del complesso condominiale occupato al pianoterra dalla pizzeria. «C’è un forte odore di plastica bruciata in tutta la zona -ha detto il residente che abita nel centro della frazione asolana, chiamando i carabinieri di Asolo- non sappiamo da dove provenga ma brucia la gola venite a controllare». Poi ha aggiunto: «Non è la prima volta che succede. Solo che questa volta è più forte del solito».

LE RICERCHE
I carabinieri di Asolo si mettono in macchina e imboccano via Cavin dei Cavai, lo stradone che arriva fino al centro di Villa d’Asolo. L’odore di plastica bruciata è forte ma inizialmente è difficile capire da dove provenga. Il residente non aveva saputo specificare la provenienza e così inizia la ricerca degli uomini dell’Arma che a un certo punto si accorgono del fumo emanato dal camino dell’unico condominio della frazione. Senza esitare si dirigono verso la pizzeria e chiedono di parlare col gestore facendo la sconcertante scoperta: l’uomo era proprio davanti al forno e dentro vi stava bruciando un po’ di tutto, perfino vetro e materiale ferroso. Certamente non il lievito avanzato. Di fianco a lui un sacco dei rifiuti stracolmo che attendeva il suo turno. L’uomo è stato bloccato e il forno è finito sotto sequestro assieme ai rifiuti, che ora verranno analizzati.
L’INTERVENTO DEL NAS
È chiaro però che ci si trova di fronte a una situazione anomala: chi mai si sognerebbe di utilizzare il forno delle pizze per bruciare rifiuti? I carabinieri di Asolo perciò non si accontentano e chiamano quelli del Nucleo antisofisticazioni per ulteriori controlli al magazzino del locale che viene “ribaltato” da cima a fondo. Ed anche in questo caso le sorprese non sono mancate: all’interno della dispensa erano infatti stoccate grandi quantità di generi alimentari in cattivo stato di conservazione. Parliamo di almeno 180 chili di merce per un controvalore di circa 1500 euro. E giù una nuova denuncia all’autorità giudiziaria con relativo, nuovo sequestro e salatissime sanzioni.
«NON SO NULLA»
La notizia ha fatto in breve il giro della frazione lasciando tutti a bocca aperta. Il titolare della pizzeria peraltro, ha in essere un regolare contratto di raccolta rifiuti per attività commerciale con Contarina e quindi il gesto appare ancor più sconsiderato. Al telefono si limita a dire: «Ha sbagliato numero, non so nulla di questa storia». Al momento il locale è rimasto aperto, ma non potrà utilizzare il forno, in attesa che vengano effettuate tutte le verifiche del caso. Spiega il capitano Enrico Zampolli comandante della Compagnia di Castelfranco: «Ci siamo imbattuti in un fatto molto grave che mette a repentaglio la salute stessa dei cittadini. Ora i nostri controlli proseguiranno anche per capire bene la natura dei rifiuti bruciati dentro quel forno. Di sicuro su questa faccenda vogliamo andare a fondo».
 © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci