La storia di Portobuffolè: ritrovato il manoscritto originale

Lunedì 6 Luglio 2020 di Annalisa Fregonese
La storia di Portobuffolè: ritrovato il manoscritto originale
PORTOBUFFOLE' E' rimasto nascosto per anni, protetto dai furori delle guerre mondiali, dall'insipienza umana e dalla trascuratezza. E' il manoscritto originale che Vittorio Andreetta tracciò fra nel 1883. Una prima trascrizione, effettuata da don Bruno Florian, l'indimenticabile parroco portuense, vide le stampe nel giugno del 1979. Colei che custodiva il manoscritto originale, una signora di Brugnera, nel pordenonese, ha donato il prezioso carteggio alla città di Portobuffolè. «Dagli studi degli storici Mauro Begotti e Pier Carlo Fasan è emerso che, rispetto alla prima stesura del 1883, in diversi momenti successivi l'autore ha continuato ad aggiornare l'opera, aggiungendoci un interessante apparato iconografico spiega il sindaco Andrea Susana -. La puntuale ricostruzione delle vicende storiche determinano l'importanza di tale opera nell'azione di rafforzamento dell'identità locale. Il manoscritto evidenzia anche il ruolo fondamentale svolto dalla città di Portobuffolè in diversi momenti storici, dall'epoca romana al medioevo, sino alla Repubblica di Venezia».

Dato il valore della donazione e l'importanza che il manoscritto riveste sul piano storico e culturale, la città portuense ha deciso di pubblicarlo. La grafia di Vittorio Andreetta è stata trascritta da Francesca Pillon. Il libro è già stato stampato, grazie anche al contributo di 5mila euro giunto dalla Regione per il tramite della consigliera regionale Sonia Brescacin.

L'emergenza del Covid-19 ha solo rallentato l'iniziativa. La nuova edizione del Ricordo di Portobuffolè sarà presentata in occasione dell'inaugurazione della piazza e del monumento dedicati a don Bruno Florian. «Nella prima parte dell'opera - spiega lo storico Mauro Fasan - abbiamo ricostruito le vicende del manoscritto. Nella seconda parte è stata integrata la prima versione con gli appunti aggiunti dall'autore negli anni successivi». Il lavoro di Vittorio Andreetta è una pietra miliare per la storia di Portobufflè e, in senso più ampio, per questa parte della Marca Trevigiana. Per anni Vittorio Andreetta fu ufficiale delle Poste; aveva il contatto quotidiano con le persone, ne coglieva le ansie, le confidenze, le gioie. Questo favorì in lui la profonda conoscenza dei suoi concittadini. Oltre a narrare le vicende storiche, a descrivere con accuratezza monumenti e chiese, Vittorio Andreetta narrò pure di tradizioni e curiosità. Come la caccia al toro, gioco crudele che si svolgeva nella piazza principale e che venne abolito nel 1822 dagli austriaci.
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