TREVISO - Capannoni a peso d'oro tra Spresiano e Villorba.
IL TERRITORIO
Marco Della Pietra, sindaco di Spresiano, prende l'andamento con le pinze. «Dipende da molti fattori. Se l'area viene riconosciuta come attrattiva anche per la Pedemontana è una cosa. Se si tratta di speculazione, invece, non va più bene chiarisce A Spresiano, in ogni caso, le zone industriali sono ormai sature. Solo una può essere ampliata. In questo senso, potrebbe anche aprirsi un discorso con Villorba, in modo che se a Spresiano non è possibile sviluppare un settore si possa pensare di farlo a Villorba, e viceversa». Il riferimento è alla fusione dei due Comuni, già benedetta dai sindaci ma non ancora definita. In tutto ciò, le imprese devono fare i conti con una serie di incognite destinate a pesare nei prossimi anni, compresa l'inflazione e l'evoluzione del quadro mondiale, tra guerre e crisi. «Le aziende non sono state messe nelle condizioni di fare investimenti. Con Industria 4.0 molte hanno avuto la possibilità di investire. Ma sarebbe stato necessario un segnale ulteriore sottolinea Carron ci sono cose a spot. Per un'azienda, però, è necessario poter contare su qualcosa di strutturato, che abbia una durata almeno di qualche anno. Questo è mancato».
AMBIENTE
Nessuno poi dimentica la necessità di ridurre il consumo di suolo, come indicano le direttive europee e le leggi regionali. Confindustria Veneto Est aveva avviato una mappatura delle strutture esistenti nelle attuali aree produttive. Ma il riutilizzo degli stabili fatica a decollare. Lo si vede anche dai progetti per il nuovo centro logistico Amazon a Roncade, a ridosso del casello Meolo-Roncade, e il più travagliato piano per costruire un nuovo maxi-polo logistico lungo il Passante a Casale. «In generale, il riutilizzo oggi è complicato per diverse ragioni specifica la vicepresidente a volte ci sono zone improprie, nate come zone industriali ma poi fagocitate dalle città che sono cresciute. E non si può pensare di ristrutturare o riqualificare una zona dove di fatto non si può riportare l'industriale. In più, su chi fa l'investimento incidono anche i prezzi della demolizione». «Avevamo parlato di crediti edilizi o di sgravi. Ma quelli che ci sono ora sono poco incentivanti e i sistemi sono troppo macchinosi conclude Carron lavorerei su questo aspetto. I prezzi di costruzione sono aumentati, così come le materie prime, se c'è anche l'onere della demolizione e a fronte di questo non c'è nessun vantaggio, diventa un costo in più che va a sommarsi agli altri».