Migliaia nelle piazze per i Panevin ma l'aria è irrespirabile, allarme polveri

Lunedì 6 Gennaio 2020 di Pio Dal Cin
Migliaia nelle piazze per i Panevin ma l'aria è irrespirabile, allarme polveri
5
TREVISO - Piazze stracolme di gente e di famiglie, riunite festosamente accanto al fuoco. Una festa vera, sentita. Con i pro e contro legati al numero di falò accesi in ogni angolo della Marca che hanno prodotto il solito effetto ammorbante. I dati dell'Arpav parlano chiaro: sfondata quota 100 microgrammi per metro cubo a Treviso città, picco di 223 a Mansuè, quando però gli effetti erano solo all'inizio. Aria irrespirabile che si è insinuata nelle case e negli androni dei palazzi. Si tratta di una notte, in fin dei conti, e va tenuto presente. Ma è anche vero che questa tradizione si rinnova in un periodo stagionale in cui ci sono quasi sempre condizioni atmosferiche che impediscono la dispersione delle ceneri e questo amplifica gli effetti. Il comprensorio trevigiano era già arrivato a 5 sforamenti consecutivi. Il sesto è stato ovviamente il più brutale e porterà, salvo stravolgimenti non attesi in sede previsionale, a un primo parziale blocco del traffico probabilmente già da martedì o mercoledì. Ciò detto, non si può negare l'altra grande evidenza: una festa popolare così partecipata, in città, paesi e quartieri, ha pochi eguali in Italia.
ARCADE  La piazza come sempre era stipata all'inverosimile per l'accensione del Panevin più popolare della provincia. A fare gli onori di casa il sindaco Domenico Presti che ha ringraziato gli alpini che per 53 anni hanno tenuta accesa la tradizione più cara ai trevigiani. «Questo è il mio ultimo Panevin da sindaco. Voglio abbracciarvi tutti, vi voglio bene, grazie per essere venuti questa sera». Alle 21, ad accendere il grande falò, assieme al sindaco e al presidente degli alpini, il governatore del Veneto Luca Zaia. Che ha detto: «È una tradizione la cui storia si perde nella notte dei tempi. Ed è una tradizione identitaria. Lo dimostrano queste piazze piene, questi borghi, queste contrade dove la gente si ritrova a celebrare un rito che le appartiene. Non solo anziani, ma giovani e bambini che continuano un'usanza del mondo contadino. Ricordo che molti gruppi che organizzano i Panevin sono gruppi di giovani volontari. I proventi derivati dalle vendite di cibo e bevande vanno destinati tutti al mondo del no profit e diventano donazioni».

IL RESPONSO Dopo l'accensione tutti con lo sguardo verso l'alto per cercare di capire da che parte andassero le faville. «Ho acceso 5 Panevin -ha continuato il governatore- e tutte le faville andavano verso sera. Ci si aspetta una buona annata quindi per la Marca». Con questo falò si conclude il ciclo delle festività e il falò piu amato dai veneti diventa un modo per sperare in un futuro migliore. Già dalle prime ore del mattino, nei paesi, nelle contrade e nei borghi si potevano vedere gruppi di persone all'opera, per mettere insieme quanta più legna possibile per preparare al meglio il fuoco dei fuochi, mentre le signore si destreggiavano in cucina per preparare il dolce classico che appartiene esclusivamente a questo evento: la Pinza. Il Panevin viene celebrato nella notte che coincide con l'arrivo della Befana, e così, in molte delle contrade e piazze dove si è consumata la tradizione, è apparsa la vecchietta più brutta ma più amata dai piccoli, distribuire dolci e caramelle. Il successo di pubblico riservato a questo evento e la partecipazione di bambini, famiglie e giovani fanno ben sperare on un futuro certo per questa tradizione così cara che oggi si perpetua nonostante sia stata spesso osteggiata su vari fronti. Nessuno sa quando sia nata ma le date si perdono nella notte dei tempi. «Di sicuro io ci sarò ogni anno e spero che ci sarà qualcuno anche tra mille anni a portare avanti questa grandissima festa popolare» ha concluso il governatore. 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci