Orchidea rara scoperta sul Monte Grappa da una coppia: «Ora va protetta»

Domenica 24 Luglio 2022 di Maria Elena Tonin
L'orchidea rara trovata sul Monte Grappa dai coniugi

BORSO DEL GRAPPA - Una nuova orchidea per la provincia di Treviso e il massiccio del Grappa, feltrino compreso. A scoprirla Anastasia Sebellin, appassionata botanica di Fonte, e il marito Sergio Ballestrin. L’orchidea rinvenuta per la prima volta sul Grappa è molto rara ed è la Himantoglossum adriaticum, che in Veneto era presente in pochissimi esemplari, individuati finora solo in provincia di Vicenza. Prima della segnalazione dei coniugi di Fonte, vi era stata un’unica altra segnalazione, definita “antica” perché il metodo usato non è più oggi in voga, proprio per la fragilità e la rarità delle specie che si scoprono. Per questo la datazione è incerta e potrebbe, date le strumentazioni usate, avere anche un secolo di vita. L’orchidea sarebbe stata individuata nel territorio di Valdobbiadene: la pianta essiccata era mandata all’Erbario di Firenze, il primo e più importante centro nazionale di raccolta di piante essiccate, ma non aveva prodotto altre rilevazioni. «Pensavamo fosse in realtà un’altra orchidea, sempre rara, ma più diffusa: la nostra sorpresa, mista a soddisfazione, è stata davvero grande. Un’emozione incredibile e il coronamento di una passione - sottolinea Anastasia - la segnalazione passa ora al Museo di Rovereto e al professor Giorgio Perazza, uno dei massimi studiosi per la catalogazione». 


LE OPERAZIONI
La nuova orchidea deve essere protetta e rimane segreto, almeno per ora, il luogo in cui è stata scoperta: si sa solo che è a Borso del Grappa e le piantine sono 5, geolocalizzate e seguite a distanza. «Sono piante che hanno bisogno della cura dell’uomo perché vivono in prati che hanno bisogno di sfalcio - continua Anastasia - Il loro habitat è però fragile e va protetto». I coniugi di Fonte collaborano da anni con l’associazione nazionale Giros che, con qualche centinaio di volontari, si occupa della salvaguardia e della mappatura delle orchidee spontanee in tutta Italia. Dal 2016 sono i “custodi” del Prato di Schiba, a Pieve del Grappa, con l’associazione Centro spiritualità e cultura Don Paolo Chiavacci, e dal 2019 stanno portando avanti il percorso ciclopedonale Tra fede e Natura. 


LA SCOPERTA
«Questa nostra scoperta è particolarmente importante - conclude Anastasia - perchè quest’orchidea è anche una “specie habitat”, identifica cioè un ambiente e gode di particolare protezione da parte dell’Unione Europea». Le orchidee spontanee sono la cartina tornasole per la biodiversità: un tempo diffuse per la presenza sul Grappa di grandi prati stabili, sono oggi in estinzione o vivono in ambienti sempre più concentrati. Il bosco avanza e sfalciare è un lavoro faticoso e spesso non economico: così i prati, che sembrano la cosa più scontata che abbiamo, scompaiono e con loro la biodiversità. I coniugi parlano della loro missione: educare all’ambiente. Monoculture come sono i girasoli, la colza, la stessa facelia significano invece assenza della biodiversità che ha sempre caratterizzato il Grappa. «Il Prato di Schiba è un mosaico di ambienti: ha oggi 13 tipi diversi di orchidee. Un buon prato si difende da solo anche dalle piante velenose per gli animali. La biodiversità è un valore, ma non sempre ne abbiamo consapevolezza».
 

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