Delitto di Conegliano, l'ex marito minaccia il suicidio: «Non c'entro con l'assassinio di Margherita, la faccio finita»

Lunedì 24 Luglio 2023 di Maria Elena Pattaro
Enzo Lorenzon, il presunto mandante dell'omicidio dell'ex moglie Margherita Ceschin, ha minacciato il suicidio in carcere

CONEGLIANO - Lui ha minacciato di togliersi la vita in carcere: «La faccio finita, questa è una cosa più grande di me». Lei è scoppiata a piangere dieci volte in due ore giurando di essere all’oscuro di tutto: «Non so niente di questa storia. Sono stata catapultata dentro come in un film». Ieri mattina Enzo Lorenzon, 79enne di Ponte di Piave, e la giovane compagna sudamericana Dileysi Lorenzo Guzman, 32, hanno incontrato il loro legale, l’avvocata Martina Pinciroli. Sono entrambi in carcere (a Santa Bona lui, alla Giudecca di Venezia lei) da sabato all’alba con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Secondo i carabinieri sono loro i mandanti dell’omicidio di Margherita Ceschin, la 72enne soffocata nel suo appartamento di Conegliano la notte tra il 23 e il 24 giugno. L’anziano, con la complicità della nuova compagna, avrebbe ingaggiato dei killer dominicani: 25mila euro per ammazzare la ex. Il movente? Soldi e rancore: non voleva più versare alla ex gli assegni di mantenimento: 10mila euro al mese. In ballo c’era anche un patrimonio milionario, fatto di terreni e immobili. In manette sono finiti anche i dominicani Juan Maria Guzman, 41 anni e Sergio Antonio Luciano Lorenzo, 38, rispettivamente mediatore ed esecutore del delitto.

A piede libero un’altra mediatrice (E. R. L.) e gli altri due killer, già identificati e in fase di rintraccio. 


LE PAROLE DI LUI

«Questa ricostruzione non è vera - ha detto Lorenzon al suo legale in un’ora e mezza di colloquio -. Sono sorpreso, esterrefatto e non capisco perché abbiano tirato in ballo la mia compagna. È una cosa più grande di me: voglio farla finita». Di fronte a quella minaccia di suicidio, l’avvocata Pinciroli ha accompagnato l’uomo in infermeria. Sabato, il giorno dell’arresto, l’anziano si era sentito male in caserma, tanto da dover essere trasportato all’ospedale per accertamenti. Era successo anche al funerale di Margherita. «Degli altri arrestati conosco solo Sergio perché è il cugino della mia compagna» ha detto. «L’ho visto molto confuso e provato, sia per l’arresto sia per quello che è successo alla ex moglie - dice l’avvocata -. Lorenzon non riesce ancora a comprendere esattamente il motivo per cui è finito in carcere». Lorenzon, su consiglio del suo legale, stamattina non risponderà alle domande del gip Marco Biagetti durante l’udienza di convalida e l’interrogatorio di garanzia che si svolgeranno in carcere. Una scelta cautelativa visto che il difensore non ha ancora avuto la possibilità di accedere al fascicolo del pm, depositato sabato pomeriggio. L’avvocata Pinciroli anticipa anche che chiederà una misura non carceraria. «Credo che le sue condizioni di salute non siano compatibili con il regime carcerario» dice l’avvocata. L’arrestato ha un pacemaker, accusa spesso difficoltà respiratorie e per camminare si aiuta con un bastone. Il suo difensore si riserva anche di chiedere una perizia medico-psichiatrica volta ad accertare la lucidità del 79enne. «Mi ha riferito che negli ultimi tempi accusa dei momenti di confusione mentale a causa dei farmaci che assume - conclude pinciroli -. Sarà uno degli aspetti da approfondire». 


LA VERSIONE DI LEI

Lacrime, sgomento, preoccupazione anche per Dileysi. Nelle due ore di colloquio con la sua legale, la donna si è detta completamente estranea all’omicidio su commissione. «Sono all’oscuro di tutto. Non avevo neanche capito bene il motivo dell’arresto - ha detto -. L’ho scoperto stamattina (ieri, ndr) dai notiziari». Conferma i cattivi rapporti tra il suo attuale marito e la sua ex moglie ma dice che con le figlie ogni tanto c’erano occasioni di ritrovarsi. «Anche lei è molto provata ma sicuramente più lucida di Lorenzon - dice il legale -. È preoccupata per le sorti del figlio di 11 anni, ora affidato a una parente, e angosciata al pensiero di rischiare di passare il resto della vita in carcere». Anche lei sceglierà il silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia. 

Ultimo aggiornamento: 07:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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