Infermiera sospesa dal lavoro ma si era vaccinata: «Trattata come una no vax, pronta a chiedere i danni»

Martedì 17 Agosto 2021
Infermiera sospesa dal lavoro ma si era vaccinata
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TREVISO - All'inizio di agosto si è sottoposta alla prima dose contro il coronavirus. Ma da dieci giorni si ritrova sospesa come No-Vax. Ed è destinata a rimanere in questa situazione, senza poter lavorare, almeno per un mese. Adesso è pronta a chiedere i danni. Per l'Usl, però, non ci sono margini: potrà tornare in servizio solo dopo la seconda dose. La protagonista della vicenda è Elisa Bastasin, infermiera di 47 anni impegnata come libera professionista nell'assistenza domiciliare e in un consorzio che opera nel settore dei prelievi. Aveva aspettato le ferie estive per vaccinarsi contro il Covid. «Non volevo perdere ore di lavoro spiega e soprattutto sottrarre assistenza alle persone seguite a domicilio». Da qui la decisione di sottoporsi alla prima iniezione anti-coronavirus il 2 agosto: le è stato somministrato Pfizer nel centro vaccinale di Riese. Allo stesso tempo le è stato fissato l'appuntamento per la seconda dose: il 6 settembre. La commissione istituita dall'Usl, però, l'ha inserita comunque tra il personale sanitario che nonostante l'obbligo ha evitato di vaccinarsi, senza un valido motivo. E il 6 agosto Bastasin è stata formalmente sospesa dalle attività. La notifica è arrivata dall'Ordine degli infermieri di Treviso.


STUPORE
«Faccio l'infermiera libera professionista. Se avessi potuto usufruire della malattia, mi sarei vaccinata al momento della prima richiesta. Ma ho preferito aspettare il primo giorno di ferie per evitare contrattempi spiega la 47enne da quanto mi è stata notificata la sospensione ho scritto e chiamato diverse volte l'Usl, il dipartimento di Prevenzione e il servizio di Igiene e sanità pubblica.

Ho allegato il certificato vaccinale. Ma non è bastato. Si è stati rapidissimi a raccogliere i nomi di chi non si era ancora vaccinato. Perché adesso non si è altrettanto rapidi nel reintegrare chi ha fatto l'iniezione?». Ora l'infermiera sta valutando la possibilità di chiedere i danni per i giorni di lavoro persi. «Io mi sono vaccinata, ma non posso lavorare scandisce chi mi risarcisce una cifra che al lordo può essere di 200 euro al giorno?».


LE REGOLE
In tutto ciò, l'Usl della Marca si dice sicura del proprio percorso. «Abbiamo concesso tutto il tempo necessario per vaccinarsi: il decreto sull'obbligo per il personale sanitario è di aprile. La legge prevede che questo obbligo sia assolto dopo aver completato la profilassi con il richiamo. La procedura è corretta fa il punto il direttore generale Francesco Benazzi non appena si sottoporrà alla seconda dose del vaccino anti-Covid, segnaleremo all'Ordine degli infermieri che non sussistono più i presupposti per la sospensione. E così scatterà immediatamente il reintegro». Adesso non le resta che attendere il 6 settembre, quindi. «Nei mesi scorsi avevamo le avevamo scritto più volte sottolinea Erminio Bonsembiante, direttore del servizio Igiene e sanità pubblica ma non abbiamo mai ricevuto risposte». Risultando non vaccinata, il nome dell'infermiera è così finito subito tra quelli segnalati all'Ordine degli infermieri di Treviso per il primo giro di sospensioni dal servizio. A quanto pare la strada è segnata. «L'Ordine in questa situazione non può far nulla spiega la presidente Samanta Grossi la sospensione è arrivata dall'azienda sanitaria. Nel momento in cui verrà revocata, ci muoveremo immediatamente allo stesso modo».


ALTRI CASI
Non è l'unico caso del genere. C'è un'altra infermiera residente nella Marca e in servizio nell'Usl di San Donà (le verifiche sul rispetto dell'obbligo vaccinale da parte del personale sanitario vengono condotte in base alla residenza) che è stata sospesa nonostante abbia già ricevuto la prima dose di vaccino. Ora è scattato il conto alla rovescia per il richiamo.
M. F.

Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 10:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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