La scoperta. Quando Mussolini chiese la grazia per la sorella Edvige /Foto

Mercoledì 31 Luglio 2019 di Claudia Borsoi
La scoperta. Quando Mussolini chiese la grazia per la sorella Edvige
5
Ritrovata su una parete del Santuario di San Francesco da Paola a Revine una scritta autografa nella quale il Duce chiede di intercedere per la guarigione di Edvige. Venne composta durante il suo soggiorno a Vittorio Veneto nel 1934.



LA STORIA
Porta la firma di Mussolini una richiesta di grazia incisa sul muro di un santuario trevigiano. E per chi l'ha scoperta, sarebbe stata scritta di pugno proprio dal Duce. All'interno del campanile del santuario di San Francesco da Paola, arroccato sopra l'abitato di Revine nell'Alta Marca Trevigiana, nei giorni scorsi è stata fatta una scoperta che ha sorpreso tutti, parroco incluso. Quell'iscrizione sarebbe stata lasciata da Benito Mussolini nel 1934, precisamente il  21 marzo. Il Duce, che era stato più volte in visita a Vittorio Veneto, di cui dal 1924 era anche cittadino onorario, avrebbe raggiunto quel 21 marzo 1934 il vicino comune di Revine Lago per poi salire al santuario di San Francesco da Paola e lasciare, impresso sul muro, la sua richiesta di grazia per la sorella Edvige. Si legge sulla scritta: O San Francesco tu che sei molto buono intercedi la grazia della guarigione di mia sorella Revine 21-3-24. Mussolini.
IL RINVENIMENTOA rendere pubblica questa scoperta è Lucio Tarzariol, bibliotecario di Revine Lago e appassionato di storia locale. «Nei giorni scorsi, mi ha fatto visita in biblioteca Mario Tomio, gallerista in pensione e originario di Revine. Era tornato in paese per qualche giorno di vacanza racconta Tarzariol -. Chiacchierando su vari fatti storici locali, mi ha raccontato che circa vent'anni fa, insieme al figlio, aveva visto lungo le scale che salgono al campanile del santuario di San Francesco da Paola un'iscrizione, una richiesta di grazia a San Francesco firmata da Mussolini». Tarzariol grande appassionato di storia locale e di misteri storici, come ad esempio il trenino austriaco fatto affondare con il suo segreto carico al termine della Grande Guerra nel lago di Santa Maria tra Revine Lago e Tarzo, ha voluto vedere con i propri occhi quella scritta. E il 23 luglio, prima della messa che ogni martedì viene celebrata nel santuario eretto fra il 1677 e il 1702 e fino alla prima metà del Novecento abitato da eremiti, Tarzariol ha organizzato, in accordo con il parroco di Revine don Angelo Granziera, un sopralluogo. Erano presenti Tomio, la restauratrice degli affreschi del santuario Emanuela Ruggio e altre persone. 


SULL'INTONACO«Siamo saliti lungo la scalinata che porta in cima al campanile racconta il bibliotecario e dopo le prime rampe, sul muro, tra varie scritte che scandiscono l'intonaco della parete Mario Tomio ha individuato la scritta con la firma di Mussolini che aveva visto vent'anni prima. A tutti noi presenti, parroco incluso, era sconosciuta. E così abbiamo potuto constatare la presenza della presunta iscrizione a firma di Mussolini». Tarzariol parla al condizionale, perché ora sono necessarie ulteriori ricerche storiche e calligrafiche per appurarne la reale paternità. Ma lui è convinto, per una serie di cose, che quella grazia si stata scritta e chiesta proprio dal Duce. «Sapevo che Mussolini faceva parte dell'11. Bersaglieri, il corpo che combatté a Revine Lago nella Prima Guerra Mondiale, e sapevo anche che Benito Mussolini, fino a poco prima di essere catturato, si firmava solo Mussolini; per cui, possedendo una sua firma autografa, ho pensato subito che l'iscrizione fosse autentica, ma effettivamente non posso averne ancora la certezza» dice Tarzariol. 
LA CALLIGRAFIAIl bibliotecario ha comparato la firma sul muro a quella autentica di Mussolini riportata sul documento di merito di guerra del nonno Giuseppe Tarzariol. «Nella prima parte la corrispondenza tra le due è notevole, ma sarebbe da indagare. E poi va tenuto presente che firmare in orizzontale su un piano e firmare in verticale su un muro è molto diverso» aggiunge. Un altro aspetto spinge il bibliotecario a sostenere che quella possa essere la firma del Duce: «A confermare la firma rimane il fatto che Benito Mussolini prima del 45 si firmava scrivendo solo Mussolini, proprio come risulta nella richiesta di grazia nel santuario. Inoltre, sembra che il duce fosse devoto a San Francesco». E poi, ricorda il bibliotecario, Mussolini si recò in queste zone dell'Alta Marca Trevigiana più volte. «Da alcune indiscrezioni, pare che il Duce giunse in zona per incontrare Hitler privatamente nelle colline del Vittoriese, probabilmente in una delle tenute dei conti Marinotti sostenitori di Mussolini, un incontro afferma Tarzariol - che probabilmente preannunciò quello avvenuto ufficialmente il 14 e 15 giugno del 1934 quando, nella Villa Pisani di Stra lungo il Brenta e a Venezia, Mussolini incontrò Hitler per discutere della questione austriaca, del disarmo e della Società delle Nazioni. Mi è noto anche che nella memoria di una signora di Vittorio Veneto vi è il ricordo della madre che spesso le raccontava di una visita del Duce avvenuta nella Città della Vittoria proprio in quel periodo, quando i bambini in divisa da balilla vennero dislocati in cortile in modo da formare la scritta W Dux. Mussolini conclude Tarzariol - conosceva dunque bene le nostre zone, tanto che ottenne pure la cittadinanza onoraria di Vittorio Veneto». Ora dunque specifiche e approfondite verifiche dovranno confermare o meno la tesi del bibliotecario. 
Claudia Borsoi 
Ultimo aggiornamento: 21:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci