Il Covid uccide ancora, morto un 79enne: non si era vaccinato. Altri 7 in terapia intensiva

Mercoledì 15 Settembre 2021
Pazienti Covid in terapia intensiva
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TREVISO - Il Coronavirus fa un'altra vittima. Ieri, martedì 14 agosto, ha perso la vita un 79enne italiano residente della zona di Treviso, non vaccinato, che era stato ricoverato d'urgenza nella Terapia intensiva del Ca' Foncello.

Nonostante tutti i tentativi dei medici, lunedì le cose sono precipitate. E ieri il suo cuore ha smesso di battere. Oggi non si è in uno dei picchi dell'epidemia visti nei mesi passati, ma il Covid continua a uccidere. Non ci sono certezze sul fatto che l'anziano avesse deciso di non vaccinarsi per una presa di posizione ideologica di stampo No-Vax oppure per una mancata percezione del pericolo reale legato al contagio. Fatto sta che non aveva ricevuto nemmeno la prima dose. «Mi dispiace che sia mancata un'altra persona - spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca - da parte nostra, abbiamo messo a disposizione tutto il possibile per quanto riguarda la campagna vaccinale contro il coronavirus. Negli ultimi mesi ci sono sempre stati posti e appuntamenti disponibili. È difficile immaginare di poter fare di più».

IL BOLLETTINO
Con quest'ultimo, sale a 1.834 la triste conta dei lutti registrati nel trevigiano in ormai un anno e sette mesi di epidemia. E purtroppo ci sono ancora diverse persone che stanno lottando contro l'infezione in un letto di Terapia intensiva. Ad oggi nelle Rianimazioni Covid degli ospedali trevigiani sono ricoverati 7 pazienti positivi: cinque a Treviso e due a Montebelluna. Il maxi focolaio  che era esploso tra i cittadini stranieri tornati nella Marca dopo una visita nei loro Paesi d'origine, in particolare nella zona dei Balcani, continua a farsi sentire negli ospedali. Due dei cinque pazienti nella Terapia intensiva di Treviso sono macedoni. Così come uno dei due ricoverati a Montebelluna. In ordine di tempo, l'ultimo a entrare in Rianimazione è stato un italiano di 52 anni, anche lui non si era vaccinato contro il coronavirus. L'ossigeno ad alti flussi garantito nell'area sub-intensiva non era sufficiente. E così è scattato il trasferimento d'urgenza nel settore della Terapia intensiva. A livello generale, comunque, il numero dei ricoverati sta finalmente diminuendo, seppur senza un calo repentino.

RICOVERI IN CALO
«Oggi sono esattamente 71 i pazienti Covid positivi negli ospedali della provincia - specifica Benazzi - il numero sta progressivamente calando». Si spera che l'andamento segua quello dei contagi, a loro volta in diminuzione. Il grafico dell'indice Rt della Marca lo evidenzia in modo plastico. A metà luglio aveva toccato il picco di 3,01. Dopo la discesa, il 23 agosto era risalito a quota 1,24. Mentre oggi si attesta a 0,75. È fondamentale che il valore sia sceso sotto l'uno. Oltre questa soglia, infatti, l'epidemia continua a espandersi in modo esponenziale. Sotto, invece, i contagi rallentano fino ad arrivare a un'inversione di tendenza. In attesa del decollo della campagna vaccinale per la terza dose, poi, che partirà il 20 settembre nel Vax Point dell'ex Maber di Villorba, la copertura generale tra i quasi 800mila trevigiani vaccinabili è arrivata al 73,6%, contando chi ha già ricevuto sia la prima dose che il richiamo. E le proiezioni dicono che entro la fine di settembre, prendendo in considerazione prime dosi, prenotati e guariti, si raggiungerà l'immunità di gregge con una copertura dell'80,6%. «Con questi numeri raggiungeremo l'immunità di gregge anche mettendo nel conto i bambini e i ragazzi con meno di 12 anni che non sono stati vaccinati conclude Benazzi e nel frattempo il tasso provinciale sceso a 67 casi a settimana per 100mila abitanti conferma il calo dei contagi».
 

Ultimo aggiornamento: 16:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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