Malato di sesso, uomo di 30 anni di Montebelluna ha rapporti completi con la vicina 13enne: condannato a 4 anni e 4 mesi

Venerdì 28 Luglio 2023 di Valeria Lipparini
Uomo di 30 anni di Montebelluna ha rapporti completi con la vicina 13enne: condannato a 4 anni e 4 mesi

MONTEBELLUNA (TREVISO) - Malato di sesso e, perciò, non imputabile. Questo secondo la perizia della difesa che, però, non conta per il giudice Carlo Colombo che ha condannato in abbreviato un 35enne a 4 anni e 4 mesi per atti sessuali nei confronti della vicina di casa, all’epoca dei fatti appena 13enne.
Lui, all’epoca dei fatti 30enne, con un lavoro stabile, residente nel montebellunese, aveva intrattenuto una relazione con la ragazzina della porta accanto fatta di video “osé” ma anche di rapporti sessuali, più o meno consenzienti. Difeso dall’avvocato Guido Galletti, è stato condannato anche al pagamento di 25mila euro di risarcimento, mentre il pubblico ministero Barbara Sabattini aveva chiesto 6 anni e 8 mesi.


L’INIZIO
Tutto comincia nel 2017 quando i rapporti tra l’uomo e la ragazzina si trasformano in qualcosa di hot. Lui l’avrebbe convinta ad inviargli dal telefonino delle immagini spinte. Poi, le richieste si erano fatte più esplicite.

I video non bastavano e l’uomo avrebbe consumato almeno cinque rapporti sessuali con la ragazzina che aveva meno di 14 anni. Gli atti si sarebbero consumati in un parco pubblico poco distante dall’abitazione di entrambi.


LA RELAZIONE CLANDESTINA
Una relazione clandestina, di cui nessuno sapeva nulla. Ad accorgersi che qualcosa non andava era stata la zia della 13enne che, approfittando di un momento di distrazione della nipote, era riuscita a impadronirsi del suo cellulare. All’interno, oltre a delle immagini a luci rosse della ragazzina, c’erano anche dei video in cui la 13enne si riprendeva mentre faceva sesso. Ma non era però possibile capire con chi: il partner, infatti, non si vedeva mai in volto. 
A quel punto è scattata prima la richiesta di spiegazioni e poi, dopo la confessione della giovane, anche la denuncia nei confronti del 30enne. Inizialmente nell’indagine era finito anche il fratello del professionista, un ragazzo di 20 anni, ma era stata la stessa vittima a scagionarlo nel corso di un incidente probatorio in cui, invece, ha confermato i rapporti sessuali con il 30enne. Nessuna violenza. Anche la ragazzina ha detto di essere consenziente. Ma la sua età è valsa la denuncia e il rinvio a giudizio.


IL RICORSO
La difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Galletti, aveva prodotto una perizia affidata a un team di psichiatri di Mestre che per 8 mesi lo hanno analizzato, stabilendo che l’uomo soffre di un disturbo nel comportamento sessuale di tipo compulsivo e di un disturbo iper sessuale. La perizia di parte concludeva che l’uomo è da considerarsi socialmente pericoloso. Una patologia che sarebbe invalidante l’imputabilità. Non di questo parere è stato invece il giudice dell’udienza preliminare Carlo Colombo. La difesa ha annunciato che farà ricorso alla Corte d’Appello.

Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 09:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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