"La Maddalena penitente" è di Canova, la direttrice del museo: «Scoperta emozionante»

Mercoledì 1 Giugno 2022 di Chiara Pavan
"La Maddalena penitente" è di Canova, la direttrice del museo: «Scoperta emozionante»

POSSAGNO - La Maddalena è inginocchiata, provata, addolorata. Come nel gesso di Canova custodito alla Gypsotheca di Possagno, così struggente nella sua postura, col capo inclinato verso il basso e le mani abbandonate sulle gambe, anche il dipinto della Maddalena svela dolore e sofferenza: le lacrime rigano il viso rivolto al crocifisso, i capelli scendono sulle spalle e sulla schiena, il panno copre i fianchi. Sullo sfondo, una parete rocciosa con qualche cespuglio. E Canova ne è l'autore. Per Moria Mascotto, direttrice della Gypsotheca di Possagno, è «una grande emozione e un grande orgoglio»: una nuova opera di Canova va ad ampliare il corpus dei dipinti del grande scultore di Possagno. È stata ritrovata grazie a un lungo lavoro di analisi, radiografie, ripuliture e controlli certificati dopo l'inaspettata richiesta dei proprietari del quadro, che si erano rivolti agli esperti del Museo Canova per verificare la paternità di Canova. E dopo quasi un anno di studi, la conferma: La Maddalena penitente è proprio di Canova.

LA NOVITÀ


La scoperta arriva proprio durante le celebrazioni del secondo centenario della morte dello scultore.

Il nuovo dipinto di Canova, olio su tela di 105 cm x 81 - dipinto a fine 700 durante un soggiorno a Possagno - verrà esposto per un paio di mesi alla Gypsotheca, «collocato in un dialogo con il gesso della Maddalena penitente - aggiunge Mascotto - I proprietari ci avevano contattato per capire se effettivamente si trattava di Canova, e noi ci siamo messi all'opera, studiando il dipinto, radiografandolo, analizzandolo, anche perché andava ripulito. È stato un processo lungo».

Il dipinto, infatti, era compromesso dalle varie ridipinture effettuate nei diversi restauri. Di qui, nel laboratorio di restauro del museo, la pulitura che ha riportare il quadro alle condizioni originarie. «In quel momento si sono potute riscontrare affinità e analogie con i dipinti autografi di Canova». La valutazione della direttrice è stata poi condivisa da Vittorio Sgarbi, presidente di Fondazione Canova onlus e del comitato per le celebrazioni di Canova, e anche da dal Stefano Grandesso, membro del Comitato di Studi della stessa Fondazione.

I RISCONTRI
I tecnici del museo hanno inoltre condotto approfondite ricerche di carattere storico e artistico, integrate da analisi scientifiche. Le ricerche nella biblioteca e nell'archivio del Museo di Possagno hanno documentato l'esistenza di un dipinto di Canova che rappresentava la Maddalena, ne hanno rilevato le voci di spesa nei libri dei conti e ha poi tracciato i passaggi di proprietà dell'opera nel corso dei decenni. Le ricerche bibliografiche hanno identificato il dipinto nelle testimonianza delle persone vicine a Canova, a partire dalle Memorie dell'Artista del 1823 di Giuseppe Falier, figlio di quel Giovanni primo mecenate e protettore di Canova. Il quadro è citato anche da altri biografi di Canova, come Melchior Missirini, e la riproduzione calcografica è pubblicata ne L'opera completa del Canova di Giuseppe Pavanello, del 1976. Registrato anche un documento, redatto a Crespano il 19 giugno 1799 da Francesco Zardo, detto Fantolin', fratello di Angela Zardo, mamma di Canova, che fa riferimento alla cornice del dipinto. L'opera è stata studiata anche dal punto di vista iconografico e stilistico: Canova creò una tela con la Maddalena durante il soggiorno a Possagno nel 1798-99, e la sua governante, Luigia Giuli, ne fece una copia oggi custodita all'Accademia di San Luca a Roma. L'opera venne incisa da Antonio Zecchin su disegno di Carlo Paroli, con l'indicazione: Antonio Canova dipinse.

ATTRIBUZIONE

Per giungere a un'attribuzione certa, il Museo ha verificato altre evidenze scientifiche, avvalendosi della collaborazione dell'Università di Bologna e del Centro Interdipartimentale di Ricerca Studio e Conservazione dei Beni Archeologici, Architettonici e Storico Artistici Ciba dell'Università di Padova. «Il lavoro compiuto ha permesso di riconsegnare l'opera al corpus dei dipinti realizzati da Canova nell'arco della sua carriera - chiude Mascotto - Sono felice di aver contribuito a questo ritrovamento in concomitanza di questo anno così speciale volto alla celebrazione dei 200 anni della sua morte».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci