TREVISO - «È una situazione paradossale, assurda. Per caso, quella persona ritiene che la libera professione di ladro sia da tutelare?». È sarcastico il sindaco Mario Conte quando commenta l’incredibile vicenda del 27enne di origine marocchina, ripreso dalle telecamere interne mentre si introduce nell’osteria Toni del Spin dopo l’orario di chiusura e infila le mani nella cassa per prelevare il denaro contenuto, che vuole denunciare per diffamazione i titolari del locale accusandoli di aver diffuso le immagini. Sembra assurdo, ma è così. Il giovane professa la sua innocenza, ma ci sono i video a inchiodarlo, supportati da ben quattro denunce registrate dai carabinieri: tre per furti commessi a nel capoluogo e uno a Paese. Nei suoi confronti la mole di elementi da portare in tribunale è rilevante: ci sono, come detto, le immagini delle telecamere di videosorveglianza interna dell’osteria Toni da Spin che lo riprendono chiaramente mentre si introduce nel locale e preleva del denaro. C’è poi il titolare dell’osteria Contemporanea che lo ha riconosciuto mentre tenta un’incursione. E infine, ultimo della serie, il colpo all’osteria Rossetto di Paese per cui è stato denunciato direttamente da carabinieri. Eppure, il 27enne che nelle ultime settimane è diventato l’incubo delle osterie trevigiane, indossa i panni della vittima e annuncia provvedimenti per difendere la propria immagine. Azione che ha sollevato più di qualche reazione, a partire da quella di Alfredo Sturlese, storico titolare di Toni del Spin: «Questa persona mi vuole querelare per cosa? Lo faccia - ha detto ad AntennaTre Nordest - io farò contro querela. Il video non l’ho pubblicato su Internet ma dato ai carabinieri. Però vedo che questa persona è ancora a piede libero e si è visto in altri locali. Ora blindo tutte le finestre: però lavorare così non ha senso».
Lo sfogo: «Il ladro vuole passare per vittima»
«È una situazione davvero paradossale - osserva il sindaco Conte - prima si parla del ladro che di notte va a rubare e di giorno va a salutare, poi addirittura si risente perché è stato beccato. Come se la libera professione del ladro fosse da tutelare. Ecco: diciamo che non si può fare i ladri, non si può rubare. E nel caso in cui vieni beccato, invece di rivolgerti a un avvocato per tutelare la tua immagine, forse sarebbe più opportuno scusarsi. E soprattutto non ripetere più certi gesti che non corrispondono a quanto previsto dalla legge e dalle norme». Conte invita il ragazzo a pensare bene alla strada che vuole intraprendere: «Quindi invito il ladro a chiedere scusa. Lasciamo che le forze dell’ordine completino le indagini: più che fare causa per violazione della privacy dovrebbe scusarsi e restituire quanto sottratto». La vicenda del presunto ladro che vuole passare per vittima si inserisce nella scia del malcontento per la poca certezza della pena. Ultimo esempio: lo scippatore di Sant’Antonino, che dopo aver rubato due borse a una signora è stato arrestato anche grazie al pronto intervento dei residenti, preso e subito rimesso in libertà anche se sottoposto a una misura cautelare che gli impedisce di uscire di casa la sera e la notte. «Questi episodi - spiega Conte - generano grande rabbia nella comunità e fanno perdere la fiducia nei confronti delle istituzioni e della giustizia.