I criminali preferiscono il Canova:
manca un nucleo antiterrorismo

Martedì 29 Marzo 2016 di Paolo Calia
Forze dell'ordine fuori dell'aeroporto Canova di Treviso
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TREVISO - «Dal giorno degli attentati a Bruxelles -dicono dalla Polaria di Treviso- ci stiamo concentrando particolarmente sul controllo degli aerei in arrivo e in partenza per Belgio e Francia». Gli agenti di polizia destinati alla sorveglianza dell'aeroporto Canova e dei suoi passeggeri stanno vivendo un periodo di lavoro intenso. Ogni giorno vengono effettuate centinaia di verifiche agli sportelli del check-in dove sono passati al setaccio documenti, valigie oltre alle perquisizioni di rito per chi deve imbarcarsi.

Del resto fino a oggi l'attenzione maggiore è sempre stata rivolta su Venezia. Ma la strategia dei terroristi sta cambiando. Quando possibile cercano di scegliere aeroporti di secondo piano, come appunto Treviso, per evitare i controlli più pressanti: a Treviso infatti, manca un nucleo di agenti specializzato nell’antiterrorismo, presente invece a Venezia e negli altri scali nazionali di primo livello. Senza contare che i voli in arrivo da paesi dell'aerea Schengen, che prevede la libera circolazione di uomini e merci, vengono controllati solo a campione. E infatti il 23 luglio scorso, quando a Treviso arrivò uno di coloro che poi avrebbe compiuto gli attentati in Belgio, Khalid El Bakraoui, i passeggeri del volo Ryanair arrivato alle 8.25 da Bruxelles oltrepassarono gli sportelli della frontiera senza problemi. 
Ultimo aggiornamento: 11:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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