Da Castelfranco a Monaco, Gianluca a 31 anni ha progettato il reattore del futuro

Giovedì 8 Febbraio 2024 di Diana Tamantini
Da Castelfranco a Monaco, Gianluca a 31 anni ha progettato il reattore del futuro

CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) - Industria chimica basata sulla corrente elettrica, liberandosi dai combustibili fossili: questa l’idea di base di Sypox, azienda con sede a Freising, in Baviera (Germania), di cui Gianluca Pauletto, ingegnere chimico classe 1992 di Castelfranco Veneto, è Ceo e co-fondatore. Anni di studio e di lavoro da parte di un team internazionale che, grazie al supporto inizialmente ottenuto dal Ministero dell’Economia tedesco, sta portando i suoi risultati sul campo: nelle prossime settimane, ad esempio, verrà acceso vicino a Monaco un sistema per convertire il biogas e convertirlo in idrogeno, utilizzando il reattore elettrificato sviluppato dall’azienda.

A inizio 2025 poi verrà lanciata la prima produzione in serie dei reattori Sypox.


L’IDEA
L’origine dell’idea risale al periodo di studi. «Durante il dottorato a Montreal, in Canada, ho incontrato alcuni problemi: mi chiedevo come portare velocemente ad alte temperature l’apparecchiatura da utilizzare per alcuni test – raccontato Pauletto, laureato in ingegneria chimica all’Università di Padova - Solitamente, per arrivare ad esempio a 800-900 gradi, si usa un bruciatore, quindi si brucia un combustibile. Adesso il trend è utilizzare corrente elettrica dove possibile e sorge una domanda: possiamo usarla per fornire calore ad alta temperatura? Quello che noi abbiamo sviluppato è una tecnologia fatta apposta per i processi chimici in cui il calore viene fornito utilizzando corrente elettrica esattamente dove ti serve». Sypox nasce a latere: «Da una mia “attività aggiuntiva” dei weekend durante il dottorato – spiegato Pauletto - Quando lo stavo finendo ho fatto le applicazioni di brevetto e ad agosto 2020, una volta finito, mi sono concentrato a tempo pieno sul progetto». A settembre 2021 si forma il “nucleo”, quattro persone che iniziano a lavorarci a tempo pieno. «Abbiamo scritto un business plan che è stato sottoposto al Ministero dell’Economia tedesco e ci ha dato circa un milione di euro per sviluppare il progetto – aggiunge Pauletto - In seguito, assieme a 13-14 partner industriali ed accademici come il Politecnico di Milano o l’Università di Padova, siamo diventati parte di un progetto (EReTech) da 9 milioni di euro finanziato dall’Unione Europea e basato sulla tecnologia sviluppata da noi. Allo stesso tempo abbiamo installato insieme a partner bavarese un impianto da idrogeno. A breve saremo anche in Italia dove lavoreremo con un partner italiano». La tecnologia ha lo scopo di rendere la combustione dei carburanti nell’industria chimica un ricordo del passato, un obiettivo da raggiungere nel più breve tempo possibile.

Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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