CAPPELLA MAGGIORE (TREVISO) - Potrebbe avere presto un volto e un nome il vandalo o i vandali che nel buio della notte hanno rimosso parte del dissuasore di velocità installato dal comune di Cappella Maggiore, solo pochi mesi fa, sulla pavimentazione di via Sant’Apollonia. Il sindaco Mariarosa Barazza, informata nelle settimane scorse dai residenti dell’anomalo furto-atto vandalico, ha già presentato querela contro ignoti ai carabinieri. «Qualche elemento c’è – afferma il sindaco di Cappella Maggiore con riferimento all’autore o agli autori del gesto –, perché quella notte sono state notate delle auto ferme nei pressi del dissuasore. Non appena avremo la possibilità di rifinanziare l’acquisto di un nuovo dissuasore, andremo a rimetterlo».
Sparito il dissuasore della "zona 30"
A novembre il comune aveva installato lungo via Sant’Apollonia, laterale di via Anzano, strada che conduce all’omonima borgata, un dissuasore pre-fabbricato, composto da cinque moduli omologati e in materiale plastico fissati a terra. Era stato posto nei pressi del civico 43 della via. In aggiunta aveva istituito, con ordinanza, una “zona 30”, andando così a rispondere alle richieste di maggiore sicurezza per la mobilità debole, in particolare per i pedoni, avanzate dai cittadini. Diverse infatti le segnalazioni dei residenti che erano arrivate in municipio: lamentavano l’alta velocità con cui i veicoli percorrono via Sant’Apollonia, nonostante la limitata ampiezza della carreggiata e l’assenza di un marciapiede. Oltre al limite massimo di velocità dei 30 chilometri orari, sempre in un’ottica di garantire maggiore sicurezza alla mobilità debole, era stato posizionato un dosso. Ma a quanto pare, questo rallentatore è stato mal digerito da qualche cittadino, tanto da andare a rimuovere due dei cinque blocchi che lo componevano. «Qualcuno – spiega il sindaco Barazza – ha tolto dei pezzi del dosso e noi per sicurezza abbiamo poi provveduto a rimuovere gli altri pezzi rimasti. Non è questa la prima volta che capita una cosa simile». Durante l’amministrazione del suo predecessore, il sindaco Vincenzo Traetta, ignoti avevano rimosso il dosso posizionato in via Borgo Villa, poi ricollocato lo scorso anno dal comune.
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