Le bande del "foro" in azione: «Ecco come difendersi dai furti»

Martedì 24 Agosto 2021 di Mauro Favaro
Raffica di furti nella Marca: come potersi difendere
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TREVISO - Le bande “del foro” imperversano nella Marca. Non si tratta di malviventi in grado di scavare tunnel per svuotare depositi e caveau, ma di ladri specializzati nell’eseguire piccoli fori vicino alle maniglie che rappresentano veri e propri passe-partout per aprire porte e finestre di case e appartamenti. Nelle ultime settimane i colpi nelle abitazioni si sono moltiplicati. Da Roncade a Maserada, da Silea a Carbonera, fino a Bonisiolo di Mogliano. Gli ultimi due furti sono stati messi a segno in via Visentin a Sambughè di Preganziol.

Non ci sono grandi piani. Una volta all’interno di case e appartamenti, i ladri rubano tutto ciò che capita loro a tiro: in primis soldi e gioielli. Senza contare i tentati furti. Proprio ieri i malviventi hanno provato a intrufolarsi in alcuni appartamenti di via Giorgione a Treviso, zona Fiera, sfruttando le impalcature montate all’esterno del condominio. Qui hanno forzato una porta. Alla fine, però, hanno dovuto desistere, probabilmente a causa dell’allarme collegato ai ponteggi. Alla fine della settimana scorsa c’è stato un tentato furto anche in via Pozzetto a Sant’Elena di Silea. In questa occasione i ladri hanno usato la classica tecnica dei fori sulla finestra. Ma non sono riusciti a portare a termine il colpo. In ogni caso, pure quando il furto va a vuoto, restano sempre i danni.

DANNI CONTINUI

 A cominciare da porte e finestre forate. «Non ne abbiamo mai riparate così tante come in questo periodo», rivela Ivan De Rocco, falegname 42enne che opera nella zona di Treviso. Oltre alle denunce alle forze dell’ordine, il passaparola è la prima forma di prevenzione. Ciò consente a molti di mantenere la guardia alta. Lo dimostrano le segnalazioni affidate dai cittadini in particolare alla pagina Facebook “Furti in corso”, che ormai conta quasi 19mila iscritti. Come ci si può difendere? Se si parla dei fori sugli infissi, De Rocco non ha dubbi: «Bisogna difendersi prima, inserendo dei passanti sui balconi per fare in modo che non possano essere aperti troppo facilmente – mette in chiaro – l’anno scorso anch’io ho subito un tentato furto a casa con queste modalità. Nel momento in cui i ladri riescono ad arrivare alla finestra, purtroppo non c’è molto da fare». Non a caso i malviventi entrano spesso in azione rapidamente, anche durante il giorno, quando vedono i balconi aperti ed eventuali allarmi spenti.

LA TECNICA

La tecnica usata è mordi e fuggi. «Bastano 30 secondi per forare infissi di legno con uno spessore di 7 centimetri – spiega De Rocco – una volta fatto il buco, solitamente viene fatto passare all’interno il manico di un secchio, che è già curvo. E con questo si va ad aprire la maniglia». Riparare le porte e le finestre con i fori non è impossibile. «Sostanzialmente si riempie il buco – specifica il 42enne – sugli infissi bianchi ci sono meno difficoltà. Se invece porte e finestre sono scure rimane un po’ di traccia». Ma questo è il problema minore. Accanto ai social, infine, sono sempre di più i trevigiani organizzati nel Controllo del vicinato, l’attività di mutua sorveglianza tra residenti portata avanti attraverso la condivisione di segnalazioni nei gruppi WhatsApp, che fanno riferimento a un coordinatore.

LA RETE

Più della metà dei comuni della Marca, 53 su 94, hanno aderito al progetto nel contesto del protocollo sottoscritto con la Prefettura. «La coesione di migliaia di persone può consentire di limitare il numero di furti, atti vandalici e problemi di microcriminalità – ha sottolineato Livio Zago, referente dell’associazione del Controllo del vicinato per la provincia di Treviso, oltre che consigliere comunale di Povegliano con delega alla sicurezza – il Controllo del vicinato si basa sulla collaborazione e la solidarietà tra i cittadini: si forma una rete territoriale di volontari che aiuta a sviluppare nel proprio territorio un programma di sicurezza partecipata e integrata e che fornisce la propria collaborazione all’amministrazione comunale e alle forze dell’ordine»

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