Figlio ucciso e conto spese di pulizia ai genitori: «Pronti a fare causa»

Lunedì 11 Settembre 2023 di Maria Elena Pattaro
Davide Pavan

TREVISO - Il figlio 17enne è stato travolto e ucciso da un poliziotto ubriaco che ha patteggiato 3 anni e mezzo ma non farà un solo giorno di carcere. E loro hanno dovuto pagare di tasca propria per ripulire la scena dell'incidente: 183 euro per lavare via il sangue e rimuovere i rottami dello scooter. I genitori di Davide Pavan sono pronti a fare causa contro una burocrazia senza cuore, che li ha fatti sentire ancora più soli di fronte alla tragedia più grande: perdere un figlio. All'inizio hanno pensato a un errore o a un brutto scherzo. Invece era tutto vero. «L'assicurazione del poliziotto non ha rimborsato la somma - dice il loro legale, l'avvocato Davide Favotto -. Stiamo valutando se fare causa».

LA SENTENZA

Davide, 17enne di Morgano, era stato travolto a Paese la sera dell'8 maggio del 2022 da Samuel Seno, 31enne trevigiano, poliziotto e rugbista in forza all'Ufficio stranieri della questura di Treviso.

L'agente tornava da una festa del rugby: all'uscita da una curva, che ha invaso la corsia opposta centrando in pieno lo scooter del ragazzo, morto sul colpo. La Golf viaggiava a più di 80 all'ora e l'alcoltest sul conducente ha registrato un tasso alcolemico di 1,50 alla prima rilevazione e 1,26 alla seconda. Per mamma Barbara Vedelago e papà Claudio Pavan al dolore per il lutto si è aggiunta la sensazione di essere stati "traditi" dalla giustizia. Giovedì, a sedici mesi dal mortale, il poliziotto trevigiano Seno ha patteggiato una pena di 3 anni e 6 mesi per omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza. Ma non andrà in cella: trattandosi di una pena inferiore ai 4 anni, i suoi legali si preparano a chiedere una misura sostitutiva al carcere. E l'agente quasi certamente potrà evitare anche il licenziamento, pur andando incontro a un procedimento disciplinare. «Finisce tutto così? Senza un giorno di carcere? Questa è una sentenza ingiusta» era stato lo sfogo di mamma Barbara Vedelago uscendo dall'aula del tribunale. Subito dopo la donna aveva voluto incontrare l'investitore. Trenta minuti di faccia a faccia per ottenere finalmente una risposta sul tarlo che la divorava dalla sera dell'incidente: Davide era morto sul colpo (come provato dall'autopsia) o era rimasto agonizzante sulla strada? Ma anche per capire se il pentimento del poliziotto fosse sincero.


L'agente le ha assicurato che sì, il ragazzo era già spirato quando ha cercato di rianimarlo subito dopo l'impatto e che è affranto per la tragedia. «Abbiamo percepito sincerità nelle sue parole» hanno riferito i genitori che, tuttavia, non sono disposti a perdonarlo. Non ancora. Troppo dolore e troppa rabbia. Anche di fronte a una legge ancora troppo permissiva per chi uccide sulla strada. E a una burocrazia che non si ferma di fronte a nulla.

LA FATTURA

A Barbara e al marito è arrivata una fattura di 183 euro per la bonifica del luogo dell'incidente dalle chiazze di sangue e dall'olio motore sversato dallo scooter di Davide. La ditta che si occupa della pulizia delle strade per conto del Comune di Paese ha accreditato le spese alla famiglia del ragazzo. «Sono le procedure: immagino che i costi vengano accreditati ai proprietari dei veicoli - spiega la sindaca Katia Uberti -. Poi saranno eventuali cause giudiziarie a stabilire responsabilità e risarcimenti. È chiaro che umanamente ci dispiace moltissimo». «Stiamo valutando se fare causa» ribadisce il legale Favotto.
«I familiari sono già stati risarciti (quasi un milione di euro, ndr) - precisa l'avvocato Fabio Capraro, codifensore di Seno insieme al collega Luciano Meneghetti -. L'assicurazione provvederà a versare un ulteriore risarcimento. Sono a disposizione per sollecitare affinché il rimborso sia versato celermente».

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Ultimo aggiornamento: 14:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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