Andrea, la bimba con due mamme: il Comune festeggia ma non può iscriverla all'anagrafe

Domenica 7 Maggio 2023 di Mauro Favaro
Francesca Mostosi e Elena Toffolo

SILEA - «È nata Andrea. E l'amore è esploso più forte che mai. Siamo mamme fortunate: lei ci ha scelte, ha deciso di essere nostra figlia, e figlia del mondo. E ora è già il tempo per procedere con l'iter di adozione: vogliamo tutelarti e darti la famiglia che lo Stato ancora ti nega. Benvenuta al mondo, e buona vita». Elena Toffolo, psicologa 39enne, e Francesca Mostosi, impiegata di 43 anni, hanno annunciato così la nascita della loro prima figlia.

Per le due mamme, unite civilmente dal 2018 ma assieme da quasi vent'anni, è il coronamento di un sogno cullato a lungo. Il percorso per realizzarlo non è stato semplice. La coppia è stata costretta a rivolgersi all'estero. La scorsa estate Elena si è sottoposta alla procreazione medicalmente assistita, fertilizzazione in vitro (Fivet), in una clinica di Copenaghen (Danimarca). E di seguito ha portato a termine la gravidanza a Treviso. Fino al 15 aprile, quando nell'unità di ostetricia e ginecologia del Ca' Foncello è venuta al mondo Andrea.

IL PROBLEMA
Per lo Stato italiano, però, ad oggi la bambina è figlia solo di Elena. Il Comune di Silea, rispettando la normativa attuale, ha respinto la richiesta di iscrizione all'anagrafe anche per Francesca. Ora la coppia, seguita dall'avvocata Valentina Pizzol, ha avviato l'iter per fare in modo che la stessa Francesca adotti formalmente quella che nei fatti è già sua figlia. Solo in quel momento la burocrazia italiana permetterà ad Andrea di avere il doppio cognome: Toffolo Mostosi. «In Italia la procreazione medicalmente assistita è preclusa per le coppie non eterosessuali. Di conseguenza abbiamo dovuto farlo all'estero», spiega Elena, già componente del coordinamento Lgbte di Treviso. Nella banca del seme di Copenaghen hanno potuto scegliere un "donatore aperto". «Abbiamo visto le foto di lui da piccolo. E sappiamo come si chiama specifica quindi nel tempo se nostra figlia un giorno vorrà, avrà la possibilità di conoscerlo. Noi abbiamo potuto fare la Pma all'estero di fatto perché siamo privilegiate. Ci sono dei costi non indifferenti. E il discorso vale anche per l'iter di adozione. Il problema è che chi non è in queste condizioni non ha le stesse possibilità continua Elena Si parla tanto di denatalità, ma poi non ci fanno fare i figli e quelli che ci fanno fare ci costano fin dall'inizio. È un po' un controsenso. Prima avevamo pensato anche all'adozione. Ma in base alla legge non abbiamo potuto: in Italia non c'è una legge che dia alle persone Lgbt e alle persone single la possibilità di adottare, se non in casi molto particolari. Così non abbiamo nemmeno intrapreso questa strada».

IL PERCORSO
Anche il percorso dell'adozione, però, presenta delle difficoltà. «Dal punto di vista dello Stato, oggi Andrea è solo mia figlia perché manca la legge di riconoscimento per le coppie omogenitoriali sottolinea Elena La richiesta di iscrizione all'anagrafe già con l'atto di nascita anche per mia moglie è stata rifiutata dal Comune proprio perché c'è un vuoto normativo». Il municipio di Silea, dal canto proprio, ha dato il benvenuto alla piccola anche attraverso i tabelloni pubblici: «Da tutta Silea, complimenti alle mamme». Ma a livello tecnico non è stato possibile procedere diversamente. L'iscrizione sarebbe stata impugnabile, come già capitato in diverse città italiane. Elena e Francesca, comunque, avrebbero intrapreso lo stesso il percorso di riconoscimento attraverso l'adozione. Adesso è stato mosso il primo passo. La prima udienza è stata fissata per l'estate. «Speriamo che dal Tribunale dei minori di Venezia possa arrivare una sentenza positiva in un tempo ragionevole conclude Elena Siamo convinte che ci sarà la massima attenzione per la tutela della bambina. Ha bisogno delle due figure genitoriali che fin dall'inizio hanno scelto assieme di volerla».

      

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