PADOVA - «Se arriva una segnalazione la Procura può chiedere che il Tribunale valuti la nullità dell'atto nella parte in cui l'uomo figura come madre e la donna come padre. In sostanza quando vengono indicati due genitori dello stesso sesso. Resta il fatto che l'ufficiale di Stato civile deve rispettare la legge». Il procuratore aggiunto Valeria Sanzari interviene così sul tema che negli ultimi giorni ha acceso il dibattito padovano e nazionale, quello della registrazione degli atti di nascita dei figli delle coppie omosessuali. La giurisprudenza in materia è decisamente complessa e in un vuoto normativo si è inserito il Comune di Padova decidendo di registrare all'anagrafe i figli con una doppia madre.
La linea del Comune di Padova
Il Comune di Padova registra i figli con doppia madre dal 2017 e i casi sono finora 32. Parliamo di coppie lesbiche, sia sposate che non sposate, perlopiù giovani. In tutti i casi una delle due è la madre biologica. Si tratta di donne che hanno partorito a Padova oppure altrove ma sono comunque residenti a Padova. Quando si presentano all'ufficio anagrafe per registrare la nascita del figlio sulle voci dedicate ai genitori vengono indicate la madre naturale e poi la seconda madre.
La circolare del Prefetto: rispettate la sentenza della Cassazione
Il sindaco Giordani mercoledì ha incontrato il prefetto ribadendo la volontà di continuare su questa linea. Ieri ha ribadito: «Quando due mamme vengono a registrare il loro neonato io penso di fare una cosa corretta registrando quell'atto perché non voglio che ci siano discriminazioni tra i bambini. Non ne faccio una guerra di religione, faccio ciò che ritengo necessario ma se poi la Procura ritiene di fermarmi io mi fermo». Padova quindi procede così, ma se all'ufficio anagrafe si presentassero due padri cosa accadrebbe? «Non registriamo i figli con due papà, è una scelta mia» risponde Giordani. Poi il sindaco entra nel merito: «La legge non lo consente ma anche per quei bambini il parlamento dovrebbe legiferare dando loro tutela. È importante un intervento del parlamento in questo senso».
«Polemiche strumentali»
A Padova è immediatamente scoppiato lo scontro politico con la Lega che annuncia un'interrogazione e Fratelli d'Italia che contesta la scelta di Giordani. Francesca Benciolini, assessora delegata all'anagrafe, le ritiene «polemiche strumentali» e aggiunge: «Siamo in tanti a conoscere situazioni di coppie omosessuali che hanno figli. Mi fanno sorridere queste prese di posizioni che non tengono conto di ciò che è la vita reale. C'è sempre bisogno di polarizzare le situazioni senza cogliere la complessità delle cose. Per fortuna la vita supera ciò che si vorrebbe ingabbiare. Penso ad una situazione reale: immaginiamo che un bambino vada in ospedale e abbia solamente una genitrice. L'altra donna non può avere informazioni o fargli visita, anche se magari quel figlio lo hanno voluto assieme?». Benciolini conosce bene questi temi da oltre trent'anni. «Era marzo 1993 quando mi trovavo per motivi familiari negli Stati Uniti e trovai lavoro come baby sitter nella prima famiglia di lesbiche che si è sposata nello stato del Rhode Island. Fu la prima famiglia che in quello stato adottò le figlie in modo incrociato perché avessero due mamme. Quando mi assunsero mi chiesero cosa fossero le lesbiche, perché una ragazza polacca prima di me appena lo aveva saputo era scappata via...». Trent'anni dopo è ancora tema di battaglia.
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