Figli di coppie gay, la Procura chiede gli atti al Comune di Padova: nel mirino 33 casi

Anche se il tribunale di Padova (come quello di Milano) dovesse annullare gli atti presi in esame, il sindaco comunque non incorrerà in alcun reato

Martedì 11 Aprile 2023 di Marco Aldighieri
La Procura chiede gli atti

PADOVA - «La Procura può chiedere che il Tribunale valuti la nullità dell'atto nella parte in cui l'uomo figura come madre e la donna come padre. In sostanza quando vengono indicati due genitori dello stesso sesso». Così aveva dichiarato lo scorso 23 marzo Valeria Sanzari, il procuratore aggiunto di Padova, sul tema degli atti di nascita dei figli delle coppie omosessuali. E, poco prima di Pasqua, ha mantenuto quanto detto chiedendo al Comune gli atti, a partire dal 2017, delle iscrizioni all'anagrafe dei figli di coppie gay, per sottoporli alla valutazione del Tribunale. In totale si tratta di 33 bambini tutti di coppie di mamme.

Il precedente

Quanto attuato dalla Procura di Padova non è una novità nel panorama italiano. Il 15 di marzo la Procura di Milano, dopo la sentenza della Cassazione del 30 dicembre dell'anno scorso, ha impugnato quattro iscrizioni all'anagrafe del 20 di febbraio. Il Tribunale discuterà dei quattro ricorsi il prossimo 4 maggio, ma difficilmente i giudici potranno a questo punto contraddire i colleghi della Suprema Corte. «Come ho sempre detto da sindaco ho agito nell'esclusivo interesse delle bambine, dei bambini e dei loro diritti fondamentali, ribadisco che ritengo sia un mio dovere» ha commentato il primo cittadino di Padova, Sergio Giordani, alla notizia da parte della Procura dell'acquisizione delle 33 registrazioni all'anagrafe di bambini di coppie omosessuali. Ma, anche se il tribunale di Padova (come quello di Milano) dovesse annullare gli atti presi in esame, il sindaco comunque non incorrerà in alcun reato.

Il collega meneghino, Giuseppe Sala, si era fermato dopo una circolare della Prefettura in cui si ricordava che «la formazione in Italia di atti di nascita recanti l'indicazione di genitori dello stesso sesso non è consentita», citando poi la sentenza della Cassazione che vieta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita per coppie dello stesso sesso.

Le registrazioni a Padova

La Prefettura di Padova invece, già un mese fa, aveva informato l'autorità giudiziaria delle procedure seguite dall'amministrazione comunale per iscrivere all'anagrafe i bambini di coppie gay, riferite solo ai figli di due mamme, delle quali una biologica. Il tutto era avvenuto dopo l'incontro su queste tematiche tra il prefetto Raffaele Grassi e il sindaco Sergio Giordani, il 22 marzo scorso. L'ufficio di governo non ha commentato la richiesta degli atti avanzata dalla Procura di Padova a Palazzo Moroni, limitandosi a ricordare la posizione espressa allora, quando il prefetto annunciò che avrebbe «informato a sua volta l'Autorità giudiziaria, affinché potesse valutare l'eventuale esercizio, in sede civile, dell'azione di rettifica degli atti così formati». Il Comune di Padova registra i figli con doppia madre dal 2017 e i casi sono finora 33. Parliamo di coppie lesbiche, sia sposate che non sposate, perlopiù giovani. In tutti i casi una delle due è la madre biologica. Si tratta di donne che hanno partorito a Padova oppure altrove, ma sono comunque residenti nel comune. Quando si presentano all'ufficio anagrafe per registrare la nascita del figlio sulle voci dedicate ai genitori vengono indicate la madre naturale e poi la seconda madre.

Zan: «Una crudeltà verso i bambini»

Il sindaco di Padova, sempre nella giornata di ieri, ha lanciato un appello alla politica. «I bambini e le bambine vengono prima di tutte le discussioni ed evitare per loro delle discriminazioni molto gravi è un obiettivo che supera i vuoti normativi e che persegue i valori Costituzionali. Con moltissimi sindaci di vari schieramenti - ha proseguito - lo diciamo da tempo e chiediamo alla politica e al Parlamento di agire con urgenza e oltre ogni ideologia. Ho massimo rispetto per il lavoro della Procura che agisce nelle sue funzioni e alla quale abbiamo sempre inviato gli atti delle iscrizioni dal 2017 ad oggi». E ancora: «La domanda semmai è per quanto tempo il Parlamento eviterà di legiferare su un tema così delicato che nella società è notoriamente presente e che la attraversa nel concreto da molti anni? Girarsi dall'altra parte significa evitare di vedere la realtà, magari accettando il fatto che bambine e bambini che sono cresciuti per anni con due genitori si vedano togliere a causa di leggi contraddittorie e vuoti normativi questo fondamentale e intimo aspetto della loro stessa esistenza con tutti i profondi traumi e del discriminazioni connesse a questa eventualità. Non posso che rinnovare il mio appello: serve agire con urgenza». Sul tema e sulle famiglie arcobaleno è intervenuto anche Alessandro Zan, deputato e membro della segreteria nazionale del Pd con delega ai diritti: «Apprendo che la Procura di Padova ha richiesto al Comune i 33 atti delle trascrizioni dei figli con due madri, effettuate dal 2017 a oggi. Mi auguro che non vengano impugnate perché un bambino così rischierebbe di perdere una madre che non verrebbe più riconosciuta tale e si tratterebbe di una crudeltà contro il supremo interesse del minore. Torno a ribadire l'urgenza di una legge: ci sono famiglie consolidate con figli che oggi rischiano di perdere uno dei due genitori».

Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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