Commenti volgari su Facebook sotto le foto di bambine: trevigiano indagato

Giovedì 30 Gennaio 2020 di Elena Viotto
Commenti volgari su Facebook sotto le foto di bambine: trevigiano indagato
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Un arresto a Viterbo, un trevigiano tra le altre sei persone indagate, migliaia di file dal contenuto pedopornografico e molteplici dispositivi informatici sottoposti a sequestro. È il bilancio dell'Operazione antipedofilia Noodles che, sviluppata da uno spunto investigativo partito da Udine, condotta dalla Polizia postale di Trieste e della sezione di Udine e coordinata dalla Procura distrettuale di Trieste guidata dal procuratore capo Carlo Mastelloni, ha portato martedì mattina a una serie di perquisizioni delegate in provincia di Pordenone e in altre cinque regioni italiane.

SOTTO LA LENTE
L'indagine è scaturita dalla collaborazione con i cittadini, normali utenti della rete, i cosiddetti users, che quando incappano in contenuti sospetti effettuano una segnalazione ala polizia. È stato proprio così che un internauta si è rivolto alla sezione di Udine per segnalare un account facebook, reso poi irraggiungibile, in cui era stata pubblicata una fotografia pubblica di tre bambine in costume da bagno. L'immagine aveva suscitato l'interesse di diversi utenti del social, alcuni dei quali si sono lasciati andare a commenti volgari, offensivi, morbosi e a sfondo sessuale. Immediatamente, per non disperdere le tracce informatiche, gli investigatori hanno chiesto a Facebook il congelamento dei profili ancora attivi e l'acquisizione del traffico telematico dei sette indagati, nei cui confronti sono stati emessi altrettanti decreti di perquisizione personale, locale e informatica. L'attività degli inquirenti si è spinta fino a Treviso dove è stata eseguita una perquisizione a carico di un indagato per i reati di istigazione alla pedofilia e alla pedopornografia nonché per detenzione di materiale pedopornografico. Sotto sequestro diverse apparecchiature informatiche: un pc, uno smartphone, account Facebook e Google riconducibili a potenziali adescamenti in danno di minori che sono attualmente al vaglio degli investigatori. A finire in manette, arrestato in flagranza, è stato un uomo di 66 anni della provincia di Viterbo, accusato di detenzione di una ingente quantità di materiale pedopornografico.

AL VAGLIO
I contenuti dei numerosi dispositivi informatici sottoposti a sequestro sono ora al vaglio degli investigatori nell'ambito dell'inchiesta che ipotizza i reati di apologia e istigazione a pratiche di pedofilia e pedopornografia. L'indagine è stata svolta nell'ambito dell'attività di contrasto al fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori online. «È ormai un fenomeno endemico, quello dei nuovi reati commessi tramite il web e le nuove tecnologie», ha sottolineato il procuratore distrettuale di Trieste Carlo Mastelloni. È proprio la Procura distrettuale che si occupa infatti per competenza funzionale di reati come quelli del sex-web.
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