TREVISO - La guardia di Finanza Treviso ha scoperto un'evasione da 60 milioni di euro da parte di un autosalone della Marca, il cui titolare è stato denunciato.
L'indagine, denominata "Dream Car" e condotta dalla finanza di Montebelluna, ha fatto perno su una verifica fiscale nei confronti di un importatore di autovetture di pregio che, dal 2006 al 2011, ha commercializzato mezzi per 60 milioni di euro senza aver presentato le dichiarazioni fiscali né aver effettuato i previsti versamenti d'imposta.
Sono state passate al setaccio oltre 1500 operazioni di compravendita di autovetture dalle quali è stato possibile ricostruire minuziosamente la totalità degli acquisti e le successive vendite realizzate dalla società in tutto il paese. La ditta, attraverso un sofisticato meccanismo di frode basato su false autocertificazioni attestanti il regolare assolvimento degli obblighi fiscali, riusciva ad immatricolare in Italia auto di lusso (soprattutto Audi, Bmw e Mercedes ma anche Ferrari, Jaguar, Lamborghini e Porsche) ed a rivenderle a prezJzi particolarmente concorrenziali, proprio perché operante in totale evasione delle imposte.
Fondamentale ausilio all'attività ispettiva è arrivato dallo scambio informativo di assistenza amministrativa tra gli Stati dell'UE, attraverso il quale è stato possibile ricostruire il reale giro d'affari illecito che l'indagato, un sessantenne di Montebelluna, era riuscito a realizzare in poco meno di 6 anni.
Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 09:50
L'indagine, denominata "Dream Car" e condotta dalla finanza di Montebelluna, ha fatto perno su una verifica fiscale nei confronti di un importatore di autovetture di pregio che, dal 2006 al 2011, ha commercializzato mezzi per 60 milioni di euro senza aver presentato le dichiarazioni fiscali né aver effettuato i previsti versamenti d'imposta.
Sono state passate al setaccio oltre 1500 operazioni di compravendita di autovetture dalle quali è stato possibile ricostruire minuziosamente la totalità degli acquisti e le successive vendite realizzate dalla società in tutto il paese. La ditta, attraverso un sofisticato meccanismo di frode basato su false autocertificazioni attestanti il regolare assolvimento degli obblighi fiscali, riusciva ad immatricolare in Italia auto di lusso (soprattutto Audi, Bmw e Mercedes ma anche Ferrari, Jaguar, Lamborghini e Porsche) ed a rivenderle a prezJzi particolarmente concorrenziali, proprio perché operante in totale evasione delle imposte.
Fondamentale ausilio all'attività ispettiva è arrivato dallo scambio informativo di assistenza amministrativa tra gli Stati dell'UE, attraverso il quale è stato possibile ricostruire il reale giro d'affari illecito che l'indagato, un sessantenne di Montebelluna, era riuscito a realizzare in poco meno di 6 anni.
