La famiglia Zago salva la Emaprice e i 70 dipendenti rimasti dei 195 presenti prima della crisi

A ridurre ad un terzo i lavoratori dell'impresa che opera nel settore dell'edilizia civile il tracollo legato all'aumento delle materie prime

Martedì 28 Febbraio 2023 di Giuliano Pavan
Bruno Zago e la moglie Anna Maria Gasparini

CASTELFRANCO - La Emaprice di Possagno è salva. E così anche i suoi dipendenti rimasti dopo la cassa integrazione: circa 70 rispetto ai 195 presenti prima che la società venisse travolta dalla crisi economica legata all'aumento repentino delle materie prime. A dare nuova vita, e un nuovo orizzonte, all'impresa che opera nel settore dell'edilizia civile, dei restauri e delle infrastrutture, è stata la Amg Spa, società milanese che fa capo agli imprenditori Bruno Zago e alla moglie Anna Maria Gasparini.

Acquisizione che salverà anche il progetto relativo alla realizzazione del terminal degli autobus a Castelfranco Veneto, rientrante negli asset del concordato a cui la Emaprice aveva fatto ricorso. La Amg ha messo sul piatto una cifra di 17 milioni di euro come onere concordatario assicurando la continuità aziendale diretta attraverso la Emaprice la cui partecipazione totalitaria è stata, appunto, acquistata dalla Amg Spa.

L'ACCORDO
L'operazione, per conto della Emaprice, è stata conclusa con successo grazie al lavoro degli advisor legali Marco e Filippo Greggio del foro di Padova, agli advisor finanziari Franco Olivetti e Nicola Zampieri, e agli attestatori del piano Gianluca Vidal e Daniele Vanin. L'attestazione positiva sulla veridicità dei dati aziendali della Emaprice e la fattibilità del piano elaborato è stata emessa lo scorso 21 febbraio dal tribunale di Treviso. Nelle more la società di Possagno (con sede legale a Bolzano) ha anche ottenuto dal tribunale l'autorizzazione allo scioglimento di numerosi contratti pendenti nonché alla stipulazione di vari negozi transattivi e dismissivi di cespiti non più funzionali all'esercizio dell'attività d'impresa (tra cui quello dell'ospedale Codivilla di Cortina d'Ampezzo, ndr). Rimane invece in piedi, come detto, il progetto per la realizzazione del terminal dei bus di Castelfranco Veneto, rimasto in stand-by proprio per i guai finanziari in cui era incappata la Emaprice, travolta dal rallentamento dei cantieri a causa della pandemia e poi dall'aumento delle materie prime che ne avevano prima bloccato l'attività e poi compromesso l'esistenza, tanto da vedersi costretta a presentare una richiesta di concordato in continuità. Una missione difficile, ma andata finalmente in porto dopo un anno di lavoro.

I DEBITI
L'offerta presentata da Amg Spa prevede la messa a disposizione di 17 milioni di euro che ricomprende il alore dell'attivo realizzabile in uno scenario di liquidazione fallimentare oltre all'apporto di risorse aggiuntive per consentire di soddisfare parzialmente i creditori chirografari, sia ad origine che degradati. Il pagamento sarà diretto, e prevede anche delle scadenze: ai creditori privilegiati e prededucibili entro 60 giorni decorrenti dal termine che il tribunale fisserà in sede di omologa per il deposito dell'elenco provvisorio o comunque dalla definitività dell'omologa del concordato. Per i creditori chirografari il termine è stato fissato in 24 mesi. L'importante, però, è che l'attività può continuare, e con lei i progetti che erano stati predisposti prima dello stallo. Tra cui, appunto, quello del terminal degli autobus. Sarà necessario un nuovo confronto con il Comune, ma la strada sembra tracciata. La Emaprice, prima del concordato, si era accordata con l'amministrazione comunale per occuparsi di gettare le fondamenta della struttura del terminal e di livellare la superficie asfaltandola e sistemando la base sulla quale saranno poi collocate le pensiline. Queste ultime, unitamente alla biglietteria, sono invece a carico del Comune per una cifra complessiva di circa 920mila euro.
 

Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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