Preganziol. Donna tenuta in ostaggio dal marito armato, la pistola era carica. Le minacce: «Se mi lasci fai una brutta fine»

Sabato 24 Febbraio 2024 di Valeria Lipparini
Preganziol. Donna tenuta in ostaggio dal marito armato, la pistola era carica. Le minacce: «Se mi lasci fai una brutta fine»

PREGANZOL (TREVISO) - L’ha sequestrata e minacciata con una pistola carica. Gliel’ha puntata contro, colpo in canna. E le ha detto: «Se mi lasci, fai una brutta fine». L’operaio 55enne di Preganziol, ex militare, originario di Venezia-Mestre, di armi a casa ne aveva ben sette tra pistole, carabine e fucili. Alla richiesta della moglie, 58enne, un passato da ex ballerina, di separarsi e di andarsene per sempre, l’uomo ha perso la testa.

Ha sequestrato la donna per una notte intera nell’abitazione dove si sono trasferiti da meno di un anno, in via Gorizia a Preganziol. Dopo aver chiuso il portone, le ha sottratto le chiavi e non l’ha più fatta uscire. 


L’INTERVENTO
A risolvere l’allarme da codice rosso, particolarmente pericoloso e complesso, ci hanno pensato i carabinieri che alla fine di una lunga trattativa, del tutto segreta, con l’ostaggio le hanno consigliato cosa dire al marito. «Gli dica che deve uscire per portare fuori il cane, come ogni mattina». Dopo una notte di tensioni e violenze, l’uomo non ha avuto sospetti e ha consentito alla moglie di portare il cane a fare il giro del quartiere. Si è fatto consegnare il cellulare e si è rimesso a letto. Appena la donna è stata messa al sicuro dai carabinieri, il reparto del “Sos” (servizi operativi speciali) ha fatto irruzione in casa, sorprendendo l’uomo che aveva appoggiato la pistola su un tavolo. Il 55enne è stato arrestato con l’accusa di sequestro di persona aggravato dal vincolo di parentela, oltre a maltrattamenti in famiglia e violenza privata. Accuse che saranno formalizzate nel corso dell’interrogatorio di garanzia e di convalida dell’arresto, davanti al giudice Marco Biagetti, convocata per stamattina, nel carcere di Santa Bona. Il 55enne è difeso dall’avvocato Luigi Fadalti che ieri lo ha incontrato in carcere. L’uomo potrebbe essere pronto a dire la sua verità davanti al giudice dell’udienza preliminare. La Procura, dal canto suo, potrebbe chiedere la custodia in carcere dell’operaio preganziolese. Ma potrebbe anche valutare l’ipotesi di concedere gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Misura che viene adottata molto spesso nei casi da codice rosso quando, cioè, si parla di violenza contro le donne. La decisione verrà assunta anche sulla scorta dell’affidabilità del domicilio per l’eventuale misura cautelare alternativa al carcere. Si sta verificando, tra l’altro, se anche il padre del 55enne avesse disponibilità di armi. Il procuratore della Repubblica, Marco Martani ha ricordato, peraltro, che «il braccialetto elettronico è uno strumento ancora imperfetto in quanto non dà il segnale in tempo reale dei movimenti di chi lo indossa e non ha un localizzatore». Dopo aver arrestato il 55enne, i militari dell’Arma hanno sequestrato le armi che l’uomo deteneva in casa regolarmente. Aveva per tutte il porto d’armi rilasciato sia per uso sportivo che per la caccia.


I FATTI
Il dramma è cominciato mercoledì pomeriggio quando la figlia della 58enne, una 28enne sposata, non riusciva a mettersi in contatto con la madre. Finché non ha ricevuto un messaggio allarmante. «Aiuto. Aiutatemi. Sono in pericolo». La figlia si è immediatamente rivolta ai carabinieri che hanno messo in campo un mediatore del Comando Provinciale di Treviso che è riuscito a parlare, via sms, con l’ostaggio. Il suo compito all’inizio è stato quello di farle recuperare un briciolo di lucidità. Era terrorizzata e in una situazione di inferiorità psicologica preoccupante. Pian piano la notte è trascorsa. Il negoziatore è riuscito a tenere calma la donna e la delicata situazione non è degenerata. Nel frattempo, però, via Gorizia e le vie laterali erano state blindate dai carabinieri e i residenti che tentavano di uscire venivano rispediti in casa con l’avviso di non avvicinarsi alle finestre. Una notte di terrore che si è conclusa, giovedì mattina, con l’arresto del sequestratore.

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